Come spiega il dottor Bartolucci i raggi solari non vanno mai sottovalutati, nemmeno in inverno: ecco perché e come comportarsi
Francesco Palma
25 ottobre - 10:48 - MILANO
C’è un errore ricorrente che si ripete ogni inverno, quando le giornate si accorciano e il cielo si vela di grigio: pensare che il sole non ci riguardi più. L’aria fredda, la luce opaca e il freddo danno la sensazione di essere automaticamente al riparo dai raggi solari, ma non è così, come spiega a Gazzetta Active il dottor Marco Bartolucci, medico estetico e fondatore delle cliniche Sotherga: “In inverno si tende a sottovalutare l’impatto dei raggi solari sulla pelle e, di conseguenza, anche l’importanza della protezione e della prevenzione. Il sole, oltre a causare tutta una serie di inestetismi e danni estetici, è anche responsabile di patologie spesso benigne ma a volte anche maligne. È fondamentale proteggersi sia d’estate sia d’inverno: l’errore che spesso si fa è considerare una giornata uggiosa o comunque meno illuminata, ad esempio quelle autunnali o invernali, come non soleggiata. I raggi solari, per forza di cose, sono sempre presenti, anche perché altrimenti vivremmo al buio, quindi l’esposizione è sempre presente e come tale va affrontata nel modo giusto”.
Importanza della luce solare
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Non si tratta, dunque, di evitare il sole, ma di imparare a conviverci in modo consapevole. Perché l’esposizione moderata resta essenziale e, anzi, proprio per questo è fondamentale proteggersi in modo da goderne appieno, evitando i danni collaterali. La luce, infatti, è un nutriente invisibile: “Svolge un ruolo fondamentale nell’assorbimento della vitamina D, il cui fabbisogno non può essere raggiunto solo tramite l’alimentazione ma necessita di una giusta esposizione solare. Inoltre, la luce aiuta a mantenere il ritmo circadiano, il quale incide positivamente sulla qualità della pelle. Infine, l’esposizione solare e lo sport all’aperto aiutano a migliorare l’umore e a gestire gli stati depressivi” spiega Bartolucci.
La scelta della protezione solare
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Proteggersi, dunque, non è solo una questione estetica ma parte integrante della cura della propria salute. Anche in inverno: “Dal punto di vista della protezione solare in inverno è maggiormente consigliato il filtro chimico, perché è più tollerato dallo sportivo – precisa Bartolucci – e va applicato almeno 20-30 minuti prima dell’esposizione all’aria aperta perché deve avere il tempo di penetrare nel tessuto e poi – una volta fuori – trasformare i raggi ultravioletti in calore innocuo. Lo schermo fisico, invece, è più occlusivo e ‘pesante’: lo sportivo tende comunque a sudare e preferisce non ‘sentire’ ulteriori fastidi. Va anche detto che d’estate, sotto il sole, lo schermo fisico protegge di più poiché non fa entrare le radiazioni solari ma le ‘rimbalza’, quindi lavora diversamente. In questo caso è anche una questione soggettiva”.
La memoria della pelle
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Negli ultimi anni il tema della fotoprotezione ha assunto un peso crescente anche in dermatologia preventiva: “Negli ultimi anni si sta dando maggiore importanza a tutta una serie di patologie che prima venivano diagnosticate in età avanzata: carcinomi basocellulari, cheratosi attiniche, tutte considerate inizialmente patologie degli anziani e che invece sono sempre più presenti anche tra i giovani" spiega Bartolucci. E il motivo è chiaro: “Le cellule della pelle hanno una memoria. Ci sono delle macchie che compaiono a causa del sole preso male da bambini, quindi è importante che i genitori si attivino fin da subito per proteggere i figli. Deve passare il messaggio che chi fa sport outdoor deve proteggersi sempre: è una cosa che vedo raramente anche tra i professionisti, i quali magari mettono la protezione prima di gareggiare ma poi restano sotto il sole anche 2 o 3 ore senza ‘rinnovarla’. Di tanto in tanto sarebbe necessario tamponare il viso dall’eventuale sudore e riapplicare la protezione”. Anche perché le possibilità non mancano. Esistono tantissimi tipi di protezione diversa, per ogni fototipo e per ogni esigenza: c’è il filtro chimico, lo schermo fisico, le formulazioni spray, la cosa importante è applicarle e proteggersi” chiosa il dottore.
Allenarsi al sole in sicurezza
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Bartolucci si sofferma su un'altra questione fondamentale, la sicurezza di chi ha la pelle più sensibile e magari soffre già di acne o altre irritazioni: “Chiaramente le indicazioni sono molto ampie e sarebbero diverse da paziente a paziente, ma è importante far passare un messaggio importante: esistono delle strategie di protezione della pelle che ci permettono di allenarci in sicurezza anche al sole. Prima tutta una serie di soluzioni volte a gestire, ad esempio, un danno attinico importante – cioè un danno causato da un'esposizione prolungata e non protetta ai raggi solari – erano trattamenti che non andavano d'accordo con lo sport all'aria aperta. Adesso invece la non-invasività di questi trattamenti, e anche il livello di ingegnerizzazione dei prodotti che utilizziamo, li rendono compatibili con un’eventuale esposizione solare”. Un’evoluzione che consente di unire cura e movimento, prevenzione e libertà, come conclude Bartolucci: “Chiaramente ci si rimanda sempre al consulto con il medico ma è molto importante per chi fa sport prevenire un certo tipo di danno e fare in modo che l’esposizione solare possa creare meno conseguenze possibili”.










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