Sinner, sulla Davis ripensaci. Vincere in azzurro non è mai abbastanza

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Provi a pensare che emozioni potrebbe dare il tris a Bologna davanti ai propri tifosi. Si gioca dal 18 al 23 novembre

Gianni Valenti

Vicedirettore Vicario

21 ottobre - 00:37 - MILANO

La notizia è di quelle che fanno rumore. Jannik Sinner ha detto no alla maglia azzurra per le Finals di Coppa Davis. Un colpo al cuore per gli appassionati di tennis italiani che già pregustavano un clamoroso tris dopo le due vittorie consecutive di Malaga. Una scelta che fa ancor più male perché quest’anno l’Insalatiera d’argento verrà assegnata proprio in Italia, a Bologna dal 18 al 23 di novembre. Sinner ha spiegato le sue ragioni parlando di scelta non semplice e della necessità di preparare al meglio la prossima stagione, a cominciare dagli Australian Open. Anche perché - ha aggiunto - la Davis l’ha già vinta due volte. Come dire, per il momento è abbastanza. Ma perché, ci chiediamo noi. Non è mai abbastanza. Ci sono campionissimi come Rafa Nadal e John McEnroe che questo trofeo l’hanno conquistato per cinque volte. E hanno fatto sempre carte false per giocarla questa Coppa, un tempo più massacrante di oggi. 

precedenze

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Stavolta, insomma, l’interesse personale del numero due del mondo, viene prima della Nazionale e del tricolore. È indubbio che il nostro condottiero abbia bisogno di centellinare e selezionare gli impegni. Gli ultimi mesi hanno portato alla luce un Sinner un pochino fragile fisicamente, spesso alle prese con guai fisici più o meno importanti. Il logorio del tennis moderno gli pesa molto nonostante la sua giovane età. La sfida a distanza con Carlos Alcaraz, poi, è diventata una centrifuga dalla quale è difficile sottrarsi. D’altra parte è innegabile che più Jannik è performante, più ne guadagna tutto il tennis italiano. Dal 10 giugno del 2024, giorno in cui salì sulla vetta del ranking, il rosso della Val Pusteria è il trascinatore di un gruppo di tennisti che con i risultati ha portato l’Italia a essere la prima potenza mondiale. E non solo, perché anche il movimento di base è letteralmente esploso con le scuole tennis di tutto il Paese prese d’assalto da bambini che sognano di diventare un giorno come lui. 

emozioni uniche

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Detto tutto ciò, per qualsiasi sportivo la Nazionale deve essere sempre la Nazionale, una meravigliosa entità superiore. Quella maglia regala emozioni uniche ed è una delle poche cose che riesce a compattare il Paese. Sì, bissare il successo alle Atp Finals di Torino è un obiettivo importante (anche per la classifica). Il tris in azzurro, però, conterrebbe valori anche superiori. Per questo speriamo vivamente che Jannik ci ripensi. C’è tempo fino al 17 di novembre per rivedere i piani. Sarebbe un gesto importante verso i compagni di squadra, gli appassionati e anche per la sua immagine personale. Il nostro alfiere torni per un momento indietro nel tempo alla semifinale con la Serbia di Djokovic del 2023 o alla finalissima contro l’Australia. Riporti il suo pensiero all’esplosione di gioia messa in mostra dopo la vittoria dell’anno scorso con l’Olanda. Rimarrà nella storia la foto di lui che alza la Coppa al cielo e i suoi compagni che festeggiano intorno. Sentimenti forti, unici perché quando vinci con l’azzurro addosso è un’altra cosa. E questa, statene certi, non è retorica. Un campione, insomma, ha solo da guadagnarci. Immagini poi il nostro Jannik cosa potrebbe essere conquistare la terza Davis consecutiva proprio davanti al suo pubblico, magari dopo una finale con la Spagna del rivale di sempre Carlos Alcaraz. L’Italia senza il suo condottiero ha una buona squadra. Matteo Berrettini quando vede tricolore si esalta, Lorenzo Musetti può essere una garanzia, Flavio Cobolli una piacevole sorpresa. Il doppio Bolelli-Vavassori è tra i primi quindici a livello mondiale. Ma l’assenza di Jannik peserebbe non poco. Perché con lui si parte quasi sempre da 1-0 ed ha fatto vedere in passato di poter essere decisivo anche nel doppio. Insomma, caro Jannik tra un match e l’altro fermati a riflettere. I grandi uomini sono anche quelli che sanno tornare indietro dopo una decisione che lascia davvero perplessi.

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