Finale bellissima nel primo set, vinto al tie break dallo spagnolo che poi ha dilagato: 7-6 6-1
Carlos Alcaraz è il nuovo re di Roma. Ma Jannik è tornato, archiviando i tre mesi di stop per il caso doping e dissipando i dubbi sui tempi di riattivazione di una macchina non più abituata a girare a mille. La finale dei sogni ha confermato le aspettative. Una partita bellissima nel primo set, vinto dallo spagnolo al tie break dopo che l’italiano aveva avuto due set point. Sull’onda di quel parziale conquistato con i denti, Alcaraz è salito in cattedra nel secondo set concedendo solo un game: 7-6 (5) 6-1 il punteggio. Il numero 3 del mondo, che domani tornerà al 2° posto scavalcando Zverev, ha fatto valere la maggiore varietà di gioco. Jannik ha compromesso il tie break sbagliando una volée, Carlos ha operato gli strappi decisivi tirando fuori dal cilindro alcune smorzate che hanno demoralizzato l’azzurro. Si interrompe, così, la striscia di 26 vittorie consecutive di Sinner, che era cominciata dopo la sconfitta, guarda caso, contro Alcaraz nella finale di Pechino a ottobre. Non v’è dubbio che lo spagnolo sia un po’ la sua bestia nera. I precedenti sono 7-4 (escludendo l’esibizione di Riad vinta da Sinner) e Alcaraz ha vinto le ultime quattro sfide, tutte quelle del 2024, compresa la semifinale al Roland Garros, e quella di oggi.
la partita
—
Si comincia subito forte. Scambi alla massima potenza, nessuno dei due vuole lasciare il comando all’avversario. Sinner inizia al servizio e va 1-0. Alla risposta piazza due bei rovesci e un gran diritto a uscire, si va ai vantaggi ma Alcaraz fa 1-1. Jannik continua a incassare una buona dote di punti dalle prime palle salendo a 2-1. L’azzurro è super concentrato e va di nuovo ai vantaggi in risposta. Lo spagnolo, che punta molto sulla diagonale di diritto, deve aggrapparsi alla battuta per portare a casa il 2-2. Poi, però, è proprio Carlos a procurarsi la prima palla break dell’incontro. Qui Sinner dimostra per l’ennesima volta perché è numero 1: un servizio vincente e due accelerazioni di rovescio per il 3-2. È una partita bellissima. I due non si affrontavano dallo scorso ottobre a Pechino (vinse Carlos, poi 26 vittorie di fila di Jannik) e avevano una voglia matta di offrire uno spettacolo degno dell’attesa. Pochissimi errori, tanti vincenti, pubblico in estasi. Sul 3-3 Sinner si ritrova di nuovo in una situazione delicata (30-30), e riecco il killer instinct: super rovescio col saltello, il marchio di fabbrica, e prima imprendibile. Si entra nella fase clou del set, il servizio non tradisce Jannik che tiene a zero il suo turno e si porta sul 5-4. Nessuna emozione. Si gioca sulle righe, si picchia senza risparmio. E si concede pochissimo alla battuta. Fino al 6-5 per l’altoatesino. Alcaraz commette tre errori, tre sbavature che rischiano di essere decisive. Sinner, però, non sfrutta i due set point. Si va al tie break. Una volée sbagliata costringe l’azzurro a rincorrere. Avanti 4-2, Alcaraz fa doppio fallo e cede il mini-break, ma poi, aiutato dal nastro se lo riprende: 5-3. Sul 6-4 Alcaraz, Jannik annulla il primo set point con un rovescio vincente, però lo spagnolo costruisce sapientemente il punto successivo, chiuso a rete: 7-5 al tie break e primo parziale archiviato. Nel secondo set Sinner scappa 0-30 in risposta ma è un’illusione. Nel game successivo è Alcaraz a fare il break per poi raddoppiare grazie a una comoda volée sbagliata da Sinner. Ormai non c’è partita, lo spagnolo vola 5-0 e chiude 6-1.