Il futuro dell'ex Ilva si gioca nelle
prossime ore. Domani sono convocati al ministero delle Imprese i
sindacati che hanno chiesto e ottenuto di partecipare
attivamente ai tavoli sull'accordo di programma per valutarne
l'impatto produttivo e occupazionale. Martedì toccherà invece
alle istituzioni locali, a partire dal Comune di Taranto e dalle
Regione Puglia.
Due le ipotesi di accordo sulle quali si sta ancora
ragionando, partendo però dal punto fermo comune di accelerare
sulla decarbonizzazione, passando da 12 a 8 o 7 anni a seconda
delle opzioni. La prima prevede di realizzare a Taranto tre
forni elettrici con tre Dri (Direct reduced iron, ovvero gli
impianti per realizzare il preridotto) e presuppone il
posizionamento di una nave rigassificatrice che fornisca il gas
necessario ad alimentarli. La seconda ipotesi è che a Taranto si
realizzino tre forni elettrici alimentati anche con un contratto
di servizio da parte della società Dri Italia, che realizzerà
però il preridotto in un'altra località del Sud di Italia dove
sarà più facile il rifornimento, a miglior costo e convenienza,
del gas necessario. In entrambi i casi il governo ha sempre
assicurato la continuità produttiva dello stabilimento.
Giovedì 17 toccherà poi alla Conferenza dei servizi che dovrà
approvare la nuova Autorizzazione integrata ambientale.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA