Simonelli sdogana Milan-Como a Perth, "sarà l'8 febbraio"

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Dopo mesi di polemiche fra le fazioni dei favorevoli e dei contrari, il presidente della Lega serie A, Ezio Simonelli, ha posto fine al tira e molla su Milan-Como in Australia. "Si giocherà a Perth l'8 febbraio, come da programma" ha scandito a Riad, in attesa dell'inizio di Napoli-Milan, prima semifinale di Supercoppa Italiana.

"Ho parlato con Infantino (presidente della Fifa, ndr) in un incontro molto cordiale - ha spiegato Simonelli -. Avevamo dubbi sugli arbitri, che dovranno essere stranieri, ma Collina mi ha dato garanzie sugli arbitri asiatici, ha dei fischietti di qualità da segnalare per la partita. Noi accetteremo questa condizione, poi metteremo a punto il resto".

"Sarebbe meglio giocare in Italia. Se andremo in Australia, ci organizzeremo. L'importante è che si decida presto" aveva insistito ancora ad ottobre Massimiliano Allegri, tecnico rossonero, iscrivendosi al partito degli scettici sulla partita di campionato spostata all'altro capo del mondo. Oggi, saputo della decisione, ha commentato: "Spero che sia un apripista a quello che sarà il futuro del calcio italiano e non solo un caso isolato. Altrimenti sarebbe un problema". Dubbi erano stati espressi anche da qualche giocatore: Adrien Rabiot aveva definito l'idea "folle" mentre era in ritiro con la Francia.

Poca cosa rispetto a quanto accaduto in Spagna, dove le proteste - arrivate alla decisione di diverse squadre di fermare le partite per 15 secondi - hanno spinto La Liga a rinunciare alla trasferta a Miami per Villareal-Barcellona, inizialmente in programma poco prima di Natale.

Adesso é arrivato il via libera definitivo - Uefa e Federcalcio australiana aveva detto sì due mesi fa - grazie all'apertura della Federazione mondiale e di quella asiatica, alla quale l'Australia aderisce. Anche grazie all'appoggio del governo ("é una buona occasione di promozione del calcio italiano, che ha bisogno di internazionalizzarsi" aveva commentato il ministro dello Sport, Andrea Abodi) la Lega ha tirato dritto, nonostante le perplessità di alcuni presidenti. Ma da via Rosellini si ricordava che la relativa delibera era stata votata da 20 club su 20. 
   

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