Serie A: doppio sorpasso a Milan e Napoli, l'Inter va in testa da sola

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L'Inter reagisce allo schiaffone con il Liverpool vincendo meritamente a Genoa, pur con qualche brivido finale. Il Napoli persevera e, dopo Lisbona, cade anche a Udine. Per i nerazzurri è un doppio sorpasso perche' frena anche il Milan col Sassuolo e la classifica si sgrana: Inter 33, Milan 32 e Napoli 31.

Dalle retrovie fanno passi in avanti la Lazio, col successo in nove a Parma, e l'Atalanta, trascinata dal redivivo Scamacca. In coda continua lo psicodramma della Fiorentina che perde in casa anche lo scontro salvezza col Verona: ora è ultima, senza vittorie, a -8 dalla zona salvezza e la società, in silenzio stampa, potrebbe sostituire anche Vanoli, con lo spettro della serie B che rischia di materializzarsi.

 L'Inter addenta la partita, scava un solco che il Genoa non riesce a colmare, e porta a casa tre punti che la proiettano in vetta. Tonici e determinati, anche con gli altri titolari che Chivu sta inserendo con successo, i nerazzurri approfittano della scarsa reattivita' di Leali sulla conclusione angolata di Bisseck per indirizzare subito la partita. Poi una prodezza di Lautaro, capocannoniere con otto gol, mette in discesa la gara che l'Inter amministra non mollando mai la presa. Il Genoa, che De Rossi ha trascinato in zona salvezza, rientra in partita con un gol di Vitinha, ma e' troppo tardi per evitare una sconfitta che non pregiudica la sua classifica.

Pesa il nuovo ko del Napoli al cospetto di un'Udinese tirata a lucido. Per Conte le trasferte cominciano a essere un tormentone perche' i partenopei hanno perso le tre di Champions e sette delle ultime nove globali. Un ruolino di marcia improponibile per una squadra che ha vinto lo scudetto e vorrebbe fare il bis. Al netto degli infortuni a raffica che hanno falcidiato una rosa sontuosa (e che sollevano molti dubbi sulla qualita' della preparazione) la squadra appare sgonfia: dopo un primo tempo equilibrato l'Udinese dà una scossa alla partita con iniziative ben coordinate che portano a due gol annullati: quello di Davis per un fuorigioco millimetrico, quello di Zaniolo (trasformato rispetto alle ultime opache stagioni) per un fallo subito da Lobotka. Ci vuole un eurogol di Ekkelenkamp, con una girata da fuori area che si insacca sul palo piu' lontano, per schiodare il risultato. Poi il Napoli sfiora il pari con Hojlund e un esterno della rete di Lucca, ma il successo è legittimo e meritato.

Stecca anche il Milan contro la sua bestia nera Sassuolo e alla fine il pragmatico Allegri, che ricorda il suo esonero nel 2014 dopo un 3-4 con gli emiliani, si accontenta di avere evitato la beffa. E' a San Siro che i rossoneri hanno qualche difficolta': il punto col Sassuolo viene dopo l'iniziale ko con la Cremonese (l'unico in stagione) e il pari col Pisa. E' una gara che fa divertire soprattutto il pubblico neutrale vista la qualità dei quattro gol. Comincia Kone' con un tocco morbido, poi sale in cattedra Bartesaghi, che ancora deve compiere 20 anni e si regala un pomeriggio memorabile: due gol in velocita', su assist di Loftus Cheek e Nkunku per diventare il piu' giovane difensore a segnare col Milan dopo un monumento come Paolo Maldini. La doppietta non garantisce la vittoria perche' entra Lauriente' che confeziona il pari, su secondo assist di Pinamonti, e alla fine costringe Maignan a respingere sul palo. Senza neanche Leao il Milan stenta in attacco e spera nel provvidenziale mercato.

La realta' della Fiorentina sta diventando un incubo persistente. La sfida tra le ultime premia il tonico Verona che acciuffa tre punti nel recupero credendoci fino in fondo e lasciando in ambasce il popolo viola che comincia e temere la retrocessione. A decidere e' una doppietta di Orban, che sta diventando uno degli attaccanti piu' interessanti della serie A. Entrato al posto dell'infortunato Giovane, dopo la traversa di Bernede, il nigeriano sigla il vantaggio sorprendendo De Gea, poi sfiora il raddoppio. I viola reagiscono, trovano il pari su iniziativa di Kean e rocambolesco autogol di Nunez, poi subiscono il tracollo ancora con Orban allo scadere. Ora la salvezza, pur con 23 gare da giocare, diventa un miraggio.

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