Lega di nuovo in pressing sulla manovra. Il partito di Matteo Salvini chiede al governo e agli alleati di fare dietrofront e cancellare la stretta sui pagamenti ai professionisti che collaborano con la pubblica amministrazione ma che non sono in regola con il fisco. Lo fa depositando un emendamento in commissione al Senato dove è in discussione la legge di Bilancio. A quindici giorni dalla fine dell'anno, e quindi dall'esercizio provvisorio, non sono ancora iniziate le votazioni ma al massimo entro lunedì andrà tirata una linea e esecutivo e maggioranza dovranno sbloccare l'impasse.
Chiusa la partita con la Bce, si attende ancora la formalizzazione della proposta sull'oro di Banca d'Italia. Il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti si è fatto garante della mediazione: il riferimento al "popolo italiano" ci sarà ma accompagnato dalla rassicurazione che le riserve auree restano in capo a Palazzo Koch "in conformità alle regole dei Trattati".
E proprio l'oro negli ultimi anni "è diventato di moda", spiega dalla festa di Atreju il componente della Bce Piero Cipollone. A fare il conto si vede che le banche centrali ormai ne comprano circa "mille tonnellate all'anno", dice ancora: un'impennata che fa da scudo contro i "rischi sui mercati finanziari". Ma sul metallo prezioso insistono anche altri emendamenti, come quello di FI che chiede di introdurre un'aliquota agevolata per chi decida di rivalutare l'oro da investimento in proprio possesso.
Il suo destino però appare sempre più incerto e non è escluso che alla fine questa ipotesi tramonti. Stessa sorte potrebbero avere gli emendamenti sui condoni: questo capitolo potrebbe infatti essere rinviato all'esame del provvedimento sull'edilizia approvato recentemente dal Consiglio dei ministri.
Difficile invece che venga ascoltata, ora e anche in futuro, la richiesta della Cgil di cambiare la linea della maggioranza e del governo sulla previdenza complementare: un emendamento stabilisce che la posizione previdenziale possa essere trasferita tra fondi integrativi senza limiti, compreso il contributo del datore di lavoro. Per il sindacato la mossa cancella "il ruolo degli accordi collettivi" e "scardina un modello che, in oltre trent'anni, ha garantito tutele, mutualità e governance partecipata". Parole che non sembrano fare breccia.
Un nuovo punto sarà fatto domenica a Palazzo Madama. L'appuntamento è per le 15, quando inizieranno gli incontri bilaterali con i gruppi parlamentari; poi alle 23 tornerà a riunirsi la commissione Bilancio. I più ambiziosi vorrebbero dare il via ai primi voti, come segnale. Di sicuro dovrebbero arrivare gli ultimi due pacchetti di modifiche: enti locali - con un allentamento dei vincoli per i comuni sul fronte degli investimenti e l'addio ai vecchi tetti di spesa per il personale, insieme a misure in favore di Roma - e la sicurezza sul lavoro i temi principali. Tra le novità in arrivo che appaiono consolidate anche l'estensione dell'iperammortamento per tre anni, così come la tassa sui mini pacchi extra Ue da due euro che però andrà raccordata - forse più avanti - con quella europea.
Sui professionisti invece la trattativa è aperta. Il governo con la manovra ha imposto una stretta a quanti collaborano con la Pa: chi ha debiti fiscali non potrà più ricevere compensi con i soldi pubblici. Misura che nelle scorse settimane ha suscitato molte critiche anche da parte dei partiti di maggioranza, compreso Fratelli d'Italia. Ora la Lega chiede la totale cancellazione della norma mentre il partito della premier punta a lasciare la misura prevista dalla legge di bilancio senza però l'ulteriore giro di vite previsto da un emendamento del governo che estenderebbe lo stop al pagamento a tutti gli "emolumenti", inclusi quelli dovuti da soggetti diversi dalla Pa per incarichi con compensi "a carico dello Stato". Da risolvere anche la partita legata alle radio e tv locali: la sforbiciata da 20 milioni di euro vede infatti la contrarietà del ministro Adolfo Urso.
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