"Se ti marco io, sarà una lunga giornata...": Pat, lo strangolatore con la lingua lunga

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Beverley, una carriera segnata dai tanti scontri con gli avversari e dalla sua specialità: provocare. Ma anche macchiata dalla lite con la sorella di 15 anni degenerata oltre ogni limite

Massimo Oriani

23 dicembre - 19:26 - MILANO

Sam Smith è un leggendario giornalista di Chicago. Ha documentato l'epopea dei Bulls di Jordan. Tempo fa scrisse un libro con Derrick Rose. E gli chiese chi erano stati gli avversari più difficili che gli era capitato di marcare. Un nome lo sorprese: "Patrick Beverley". "Davvero?" chiese lo scriba al cestista. "A hooper" lo definì il play, in gergo un complimento non da poco, uno che sa giocare a basket, nel senso stretto del termine. Eppure per il resto del mondo Bev era un rompiscatole che non sapeva mai tenere la bocca chiusa. E non solo.

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