Scouting, startup e cessioni da 90 milioni: ecco il modello Eintracht

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From right, Frankfurt's Jean-Matteo Bahoya, Robin Koch and Hugo Ekitike celebrate their side's fourth goal during the German Bundesliga soccer match between Eintracht Frankfurt and RB Leipzig in Frankfurt, Germany, Saturday, April 26, 2025. (Arne Dedert/dpa via AP)

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Il club di Francoforte in meno di un decennio ha cambiato tutto: da una quasi-retrocessione alla conquista di trofei. E ora è una potenza del calcio tedesco

Matteo Gentili

25 luglio - 18:25 - MILANO

Ventitre maggio 2016. In trasferta al Max-Morlock-Stadion, l’Eintracht Francoforte deve giocare la gara di ritorno del Playout di Bundesliga contro il Norimberga. L’andata è terminata 1-1 e quindi questo secondo match può solo significare due cose: restare nella massima serie o andare nella seconda. La zampata di Haris Seferović a mezz’ora dalla fine porta in vantaggio l’Eintracht e resta decisiva. Le Aquile vincono e scacciano l’incubo retrocessione, già realizzatosi al termine della stagione 2010/2011. A nove anni di distanza il club si ritrova in bacheca un’Europa League in più, ha conquistato per la prima volta nella sua storia la qualificazione alla Champions tramite il campionato e ha appena venduto uno dei suoi gioielli, Hugo Ekitike, al Liverpool per 90 milioni di euro. In meno di un decennio a Francoforte è cambiato tutto ed è stato proprio il passo dal baratro a innescare un processo di innovazione che ha ribaltato il modo di pensare e vivere il calcio. Grazie al rafforzamento del reparto scouting e al lancio di una propria startup tecnologica, l’Eintracht ha consolidato il suo potere nel calcio tedesco. Potere che ora non vuole più lasciare. 

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