Schlein fa appello ai sindaci, insieme per governare

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Fra loro ci potrebbe essere chi le contenderà la leadership della coalizione. Ma intanto l'obiettivo è vincere le politiche del 2027. E così, la segretaria del Pd Elly Schlein ha riunito a Bologna i sindaci di centrosinistra, per fare squadra.

Impresa non semplice. Perché il dialogo fra la politica romana e quella sui territori è faticoso. La segretaria lo ha riconosciuto: "Spesso si è avvertita una distanza tra partito e amministratori - ha detto - Siamo qui per colmarla insieme. Siamo qui con voi e siamo qui per voi. Abbiamo bisogno del vostro contributo nella sfida che ci porterà al governo del Paese". C'è un tema che però aiuta a legare le due sponde, quello della sicurezza. Le opposizioni puntano sempre di più il dito contro il governo, accusato di essere carente su questo fronte. I Comuni sono i primi a pagarne le conseguenze.

In vista del 2027, molti ritengono che il campo largo avrà bisogno anche di una forza centrista. C'è già l'imbarazzo della scelta. Ma per ora nessuna appare decisiva. L'impressione è di un universo in cerca di autore. Potrebbe essere quello il ruolo a cui aspira l'ex direttore dell'Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini, che a Roma ha di fatto battezzato il suo partito, nato dai comitati "Più Uno" che si ispirano all'esperienza dell'Ulivo. "Ringrazio Romano Prodi per le parole di stima e per l'interesse con cui segue il nostro percorso", ha esordito Ruffini.

L'obiettivo è contribuire al centrosinistra. Per ora però, il rapporto è problematico. Come, in fondo, problematico appare il dialogo fra Prodi e Schlein. "Quella dell'Ulivo - ha detto Ruffini - è un'idea del tutto diversa e distante da quella del campo largo. Al di fuori del campo largo c'è il campo aperto, dove sono le persone che non vanno più a votare e che vanno rimotivate". Ruffini non ha usato giri di parole: il suo è un partito. Ma "non siamo il partito di qualcuno. Né quello voluto da qualcun altro - ha precisato - I protagonisti del centrosinistra si dicono alla ricerca di un partito di centro da utilizzare come stampella. Ma il gruppo dirigente di un partito", cioè del Pd, "non può ispirare la nascita di un altro partito che diventa servente/strumentale".

La rivendicazione di autonomia si è associata alla sfida per la leadership: "Le primarie, che sono un grande strumento di partecipazione, sono diventate un'opzione invece della regola. Sono convocate solo se convengono a leader che vorrebbero trasformarle a tavolino in plebisciti. Ma così non si va lontano". Anche di aspiranti leader di coalizione, veri o sulla carta, ce ne sono diversi. Quelli naturali, come il presidente del M5s Giuseppe Conte, e quelli potenziali, come molti sindaci appunto. Alcuni presenti a Bologna, come quelli di Milano Beppe Sala, che ha chiesto a Schlein di "aprire il partito agli amministratori", e di Napoli Gaetano Manfredi. Altri evocati nelle ricostruzioni, come la sindaca di Genova Silvia Salis.

"Faremo tesoro di questo contributo - ha concluso Schlein - La chiudo così: rivediamoci presto. Non perdiamoci di vista. Dobbiamo passare i prossimi mesi non come decidono Giorgia Meloni e il governo con la sua propaganda, ma a parlare nel Paese, non da soli, ma con le altre forze della nostra coalizione progressista". 

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