Per la sfida con l'Atalanta il tecnico ritrova Dia, Marusic, Vecino e Zaccagni ma resta in piena emergenza. L'allenatore: "Questa sarà una stagione di sofferenza. Ora servono rinforzi a gennaio e giugno per tornare competitivi”
Dal nostro inviato Stefano Cieri
18 ottobre - 14:31 - FORMELLO
Si riparte con qualche infortunato in meno (Dia, Marusic, Vecino e Zaccagni), ma con una situazione che resta di emergenza. E l’umore di Maurizio Sarri non può non risentirne: “Ma non sono triste - puntualizza il Comandante - anzi sono contento per come la squadra sta lavorando da un mese a questa parte e ancor di più per come ha giocato e per i risultati che ha ottenuto nelle ultime partite nonostante le grandi difficoltà”. Che ci sono e che difficilmente potranno essere superate a breve. “Sapevamo che questa per la Lazio sarebbe stata una stagione di sofferenza. L’estate (senza poter fare mercato, ndr) è stata quella che è stata. Poi si sono aggiunti i tanti infortuni a complicare ulteriormente le cose”.
gli infortuni
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Sulle cause dei quali Sarri esclude che ci sia il precampionato svolto a Formello invece che in montagna. “Si sono manifestati mesi dopo, la preparazione non c’entra niente. E poi nella maggior parte dei casi sono stati determinati da situazioni pregresse che riguardavano i nostri giocatori. E’ il caso di Dia, Marusic, Rovella. Anche Zaccagni era reduce da una problematica per la quale si è dovuto operare la scorsa estate”. Sui campi di Formello, indicati come altro possibile motivo dei numerosi stop fisici, Sarri fa invece una parziale ammissione: “Per una decina di giorni abbiamo avuto una situazione complessa, perché i campi rizollati non erano ancora pronti e quelli su cui ci stavamo allenando si stavano deteriorando. Non so se ciò possa avere inciso, ma se anche fosse ha influito in minima parte”.
presente e futuro
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Il quadro generale non è idilliaco, ma la Lazio ha bisogno di ripartire comunque. Anche perché la classifica, dopo le prime sei giornate di campionato, non è quella sperata. L’avversario che i biancocelesti si ritrovano sulla strada è però complicato. “Per me l’Atalanta di Juric non è così diversa da quella di Gasperini, almeno a grandi linee - prosegue Sarri -. Poi è ovvio che qualcosina il nuovo allenatore sta cambiando, ma la fisionomia è sostanzialmente la stessa. Per noi un avversario difficile che dovremo affrontare con estrema umiltà, consapevoli che in questo momento sono più forti di noi”. Non usa insomma giri di parole il Comandante per dire che la sua squadra dovrà fare una gara di attesa. E quindi, come accaduto spesso nelle ultime partite, con un baricentro basso e sfruttando le ripartenze. Un modo di giocare che non è quello tipicamente sarriano. “Ma bisogna adattarsi alle caratteristiche dei giocatori che si hanno a disposizione. Questa è una rosa che deve crescere e che inoltre ha tante assenze che pesano”. Impossibile paragonare l’attuale Lazio a quella che, tre stagioni fa, strapazzò l’Atalanta sul suo campo, nella partita più bella dell’intero primo ciclo di Sarri in biancoceleste. “Quella era una formazione che aveva un tasso qualitativo nettamente superiore, questa è superiore sul piano fisico, a livello tecnico può però migliorare tantissimo”. La missione di Sarri in questa stagione sarà appunto trasformare questa possibilità in realtà. “Dobbiamo fare in modo che nel corso del campionato questa squadra possa avere 7-8 giocatori di livello in modo da renderla competitiva in futuro”. Completandola con acquisti mirati, cosa che non è stata possibile la scorsa estate. “Ho accettato questa situazione (allenare nonostante il mercato bloccato, ndr) solo perché si trattava della Lazio. Con qualsiasi altra squadra me ne sarei andato. Adesso però vediamo cosa succederà a gennaio e giugno, le prossime sessioni di mercato saranno decisive”.