Safonov pararigori con l'asciugamano, un russo eroe a Parigi

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Che fossero calciati a destra, a sinistra o centrali non faceva differenza. Matvej Safonov, in finale, ha parato quattro rigori di fila, regalando al Paris Saint Germain la prima Coppa Intercontinentale della sua storia.

Una notte da eroe per il portiere russo, con elementi narrativi destinati a entrare nella leggenda, come l'asciugamano che consultava prima di ogni rigore: al suo interno c'era una tabella piena di indicazioni sui tiratori avversari. Una notte destinata anche a spostare gli equilibri nella squadra parigina, non solo in termini sportivi.

A fine partita, racconta l'Equipe, sono stati due i giocatori parigini che non si sono precipitati ad abbracciarlo: il portiere titolare, Lucas Chevalier, e il difensore Illja Zabarnyj, primo ucraino della storia del Psg, pagato più di 60 milioni di euro in estate. Due convivenze difficili, all'interno dello spogliatoio, sia pur per motivazioni radicalmente diverse.

Se la prima, infatti, è il classico conflitto tra due contendenti per un unico posto, nella seconda entra in gioco la guerra tra Russia e Ucraina, con numerose tensioni che hanno attraversato in questi mesi un rapporto definito "esclusivamente professionale".

Addirittura, in estate Zabarnyj, nativo di Kiev, avrebbe chiesto la cessione di Safonov come condizione per firmare con il Psg e, anche una volta rifiutata dal club, aveva continuato a ribadire la sua posizione. "Per quanto riguarda il mio compagno di squadra - aveva detto, evitando anche di nominarlo - devo interagire con lui sul piano professionale, in allenamento, ma finché la guerra continua sostengo pienamente l'isolamento del calcio russo nel mondo".

Anche Safonov ha conosciuto la guerra nella sua Krasnodar, città vicina alla Crimea che è stata una dei principali bersagli degli attacchi ucraini negli ultimi anni. Una città in cui è cresciuto da giovane prodigio, sia nell'algebra e negli scacchi sia nel nuoto e nel taekwondo, fino a quando fu individuato durante una partitella a scuola dagli osservatori della squadra locale di calcio. Dove, poi, ha fatto tutta la trafila: dalle giovanili, in cui è stato sempre capitano, fino alla prima squadra, lasciata soltanto dopo la chiamata del Psg nel 2024.

In Francia è arrivato per fare il secondo a un portiere esattamente suo coetaneo come Donnarumma (entrambi sono nati il 25 febbraio 1999), ma la sua ambizione è sempre stata un'altra: "Lotterò per prendermi il posto", aveva promesso in Russia. Già in Coppa di Francia, lo scorso anno, aveva esibito le sue qualità parando due rigori nella serie decisiva contro il Lens, ma un suo errore in Champions contro il Bayern aveva rischiato di far uscire il Psg addirittura ai gironi.

In estate, con l'addio di Donnarumma, il club aveva voluto certezze chiamando come titolare Chevalier, che è stato davanti a Safonov fino a un lieve infortunio alla caviglia che lo ha tenuto fuori nell'ultimo mese.

Una volta rientrato il problema, però, Luis Enrique ha continuato a schierare il russo: una scelta che ieri si è dimostrata vincente, ma che adesso lo metterà davanti a una grana più grossa. "Pensate che sia il momento di parlare di questo?", ha risposto ai giornalisti il tecnico spagnolo, cercando di tagliare corto. Ma il nervosismo per la decisione da prendere è evidente. 
   

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