La trasformazione del direttore di gara in un essere "mitologico" è completata. E ciò che succede in campo non resterà più in campo...
Dopo l’annuncio amplificato delle decisioni Var, sabato debutta la Refcam, fissata agli auricolari dell’arbitro. La sua trasformazione in essere mitologico è completata: una creatura a tre occhi, dalla voce che rimbomba, che emette schiuma bianca. È Totò le Mokò che suona mille strumenti. Ormai ha i tempi di vestizione di un torero. Il terzo occhio indurrà i giocatori a controllare gesti e parole. "Ciò che succede in campo, resta in campo". Sì, ciao… Ma soprattutto la telecamerina metterà a disposizione di Var e spettatori immagini privilegiate, dal cuore del gioco. Gasp raccomanda ai suoi registi: "State vicino all’arbitro che si posiziona nel punto migliore per vedere l’azione". È la civiltà dell’immagine, baby. Ci sono sciacalli che ci campano su filmati rubati. Non è questo il caso. Ma Antonio Zappi, presidente Aia, ha detto chiaro: "Auspichiamo che queste novità possano generare nuove risorse". Tradotto: "Ragazzi, vi regaliamo immagini uniche. Qualcosa ci spetta, no?".
tutto in vista
—
Il calcio moderno è questo: vendere tutto ciò che si può, anche mutande e calzini in spogliatoio. Ma è così necessario mostrare proprio tutto? I manuali di seduzione insegnano che un velo intriga più di un nudo. Una tv di oggi quanto avrebbe pagato per riprendere il lancio della monetina che decise la semifinale Italia-URSS a Euro ‘68? Ma lo spogliatoio era ancora un sancta sanctorum inaccessibile. Nel buio dell’attesa nacquero leggende: i 5 franchi in bilico tra due piastrelle… L’angelico Facchetti che sbucò a braccia alzate fu la più bella delle annunciazioni. Molto meglio di una zoomata sulla monetina.