'Realtà virtuale per umanizzare le cure', una tesi sui pazienti del Salesi

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La tecnologia non intesa come "cura" in senso medico, ma come strumento di supporto al benessere, quindi un mezzo per ridurre l'isolamento, stimolare la creatività e offrire ai bambini uno spazio sicuro in cui esplorare, costruire e immaginare anche durante la degenza. È il senso della tesi "Studio e sviluppo di infrastrutture virtuali per l'Edutainment rivolto a pazienti pediatrici" scritta da Andrea Reinini del corso di laurea in Ingegneria dell'Informazione per Videogame e Realtà Virtuale, della facoltà di Ingegneria dell'Università Politecnica delle Marche (Univpm) di Ancona.
    Il corso di Laurea, unico in Italia, è stato istituito nell'anno accademico 2022/2023 e, dalla sua nascita, ha avuto in media 110 immatricolati all'anno per un totale di 300 iscritti.
    I primi laureati sono stati proclamati nel luglio scorso, i secondi in questo mese di dicembre, complessivamente sei.
    Tra questi Andrea, 23 anni di Ancona, che ha proposta una tesi scritta anche tra i bambini dell'ospedale pediatrico Salesi del capoluogo dorico. "L'idea della tesi - racconta lo studente appena laureato - nasce dalla fiducia che il professore relatore David Scaradozzi, oltre al correlatore Adriano Mancini di supporto per tutto lo svolgimento del progetto, ha riposto in me, permettendomi di svolgere il tirocinio all'interno di Edutainment4Care (E4C), un progetto già attivo presso l'ospedale pediatrico Salesi di Ancona che ha l'obiettivo di migliorare la qualità di vita dei pazienti durante il ricovero ospedaliero, umanizzare le cure, ridurre l'isolamento e lo svantaggio educativo legato a periodi prolungati di degenza".
    Durante le varie sperimentazioni portate avanti dal progetto è emerso un limite concreto. "Alcune attività educative e ludiche promosse, pur risultando efficaci, erano accessibili solo ai bambini che potevano fisicamente raggiungere la sala giochi. Una parte dei piccoli pazienti, costretti a letto o in isolamento, ne restava inevitabilmente esclusa", prosegue Andrea.
    Da qui è nata la domanda centrale della tesi: come rendere accessibile l'esperienza educativa anche a chi non può muoversi? "In una prima fase si è pensato di 'virtualizzare' strumenti fisici già esistenti, come i kit di robotica. La vera svolta è arrivata però cambiando prospettiva: non copiare il mondo reale, ma sfruttare la realtà virtuale come tecnologia nativamente digitale, capace di creare nuovi spazi, pensati appositamente per il contesto ospedaliero".
    Così facendo, "si è riusciti a coinvolgere i bambini nel progetto, garantendo spazi 'virtuali' per migliorare la loro qualità della vita in un momento certamente non facile. Una tesi - conclude Reinini, ringraziando anche Paola Coccia, primaria del reparto di Oncoematologia Pediatrica - che potrà costituire un inizio di progetto che mi auguro possa essere sempre più implementato".
   

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