La squadra di Inzaghi ha subito un terzo dei gol dal minuto 76 in avanti, e addirittura oltre il 50% se si considerano i 30' finali più recupero. La stanchezza mentale è un fattore ma non spiega tutto
dal nostro inviato Davide Stoppini
21 aprile - 08:23 - BOLOGNA
“Dobbiamo migliorarlo, questo aspetto. Dobbiamo capire i motivi. Perché altrimenti non raggiungiamo i nostri obiettivi”. Nicolò Barella non parla a caso. L’aspetto a cui fa riferimento sono i gol incassati dall’Inter nei finali di partita. I numeri raccontano abbastanza: delle 32 reti subite dalla squadra di Inzaghi, 11 – dunque un terzo – sono arrivati dal minuto 76 in avanti, ovvero nell’ultimo quarto d’ora di partita più il recupero. Allargando il discorso all’ultima mezz’ora, siamo addirittura a 17 su 32. C’è una sproporzione evidente, a leggerla in percentuale, con le reti segnati: 13 su 72 dal minuto 76 in poi, 20 su 72 negli ultimi 30 minuti. I motivi non sono semplici da individuare, ma non si sbaglia nel dire che la stanchezza mentale – ancor più che fisica - è certamente un fattore da tenere in considerazione.
i conti dell'inter
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L’elenco è lungo e costa caro, nella corsa scudetto. Andando all’indietro, proviamo a capire quanti punti sono costati queste disattenzioni nell’ultimo terzo di partita, ovvero conteggiando solo le reti che effettivamente hanno cambiato il risultato finale. Il 2-2 di Parma è arrivato al minuto 69: meno due. Ancor più indicativo il pareggio del Napoli al Maradona: Billing al 42’ del secondo tempo, altri due punti. E ancora: sconfitta a Torino con la Juventus targata Conceiçao al 29’ s.t., un altro punto in meno in classifica. C’è poi di nuovo il Bologna di mezzo: il 2-2 dell’andata, targato Holm, arriva al minuto 19’ della ripresa, due punti persi. E lo stesso si può dire del 4-4 di San Siro subito in rimonta dalla Juve: Yildiz pareggiò a 8’ dalla fine, altri due in meno. Il derby d’andata targato Gabbia non è un ricordo dolce: altro punto lasciato per strada. A Monza il gol incassato fu “annullato” dal pareggio rimediato da Dumfries: saldo zero. Ma già alla prima giornata s’era capita l’antifona: pareggio incassato dal Genoa a tempo scaduto e primi due punti lasciati per strada. Il totale, aggiungendo la mezza rovesciata di Orsolini al Dall’Ara, fa 13 punti in meno in classifica. A fronte degli 8 punti grattati grazie ai gol nell’ultimo terzo di match, usando lo stesso parametro per le reti incassate: Lautaro col Venezia all’andata (+2), De Vrij nel derby (+1), Lautaro col Genoa (+2), il ribaltone col Monza (+3, passando da 1-2 a 3-2). Il saldo dice meno cinque: proprio così, se le partite finissero al minuto 60 l’Inter avrebbe ora cinque punti di più. Ed è un aspetto curioso, se è vero che solitamente proprio da quel momento in poi entrano in gioco le sostituzioni. Vale per l’Inter e per tutte le altre squadre. Eppure le grandi proprio con la qualità delle seconde linee dovrebbero fare la differenza…