Tra il portiere russo e il difensore ucraino il clima è teso a causa della guerra. "Mi limiterò ad atteggiamenti professionali", aveva detto Zabarnyi. I due sono scesi in campo insieme solo in un'occasione
Alessandro Grandesso
18 dicembre - 17:24 - MILANO
La prestazione da eroe del portiere Matvei Safonov con quattro rigori parati per far vincere al club dell'emiro del Qatar la prima coppa Intercontinentale, non ha fatto tutti felici nel Psg. Non ha sorriso il collega Lucas Chevalier, che rischia ormai di rimanere in panchina. Ma il russo non è stato celebrato neppure dal compagno di reparto Illya Zabarnyi, di passaporto ucraino. Il rapporto tra i due è fortemente condizionato dal conflitto che coinvolge i rispettivi paesi, con tensioni latenti emerse nelle ultime settimane, complicando anche la posizione della società parigina, tra convivenza forzata in campo e post ambigui sui social.
bandiera
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Insomma, non è sfuggito agli osservatori come, dopo l'ultimo rigore parato da Safonov, Zabarnyi non sia corso come gli altri ad abbracciarlo. Inevitabile per l'ucraino considerato in patria una bandiera, anche per le sue posizioni contro la Russia. Tanto che d'estate erano circolate voci, mai confermate, sul fatto che il difensore avesse preteso la cessione di Safonov per firmare al Psg. Il club parigino ha comunque dovuto monitorare con attenzione la relazione quotidiana tra i due, costretti ad allenarsi e a condividere lo spogliatoio. Non scontato, visto che Zabarnyi già a settembre si era espresso senza filtri: "La mia posizione è chiara: il mio paese è in guerra totale da quattro anni. I russi sono aggressori che tentano invano di distruggere la libertà e l'indipendenza dell'Ucraina. La guerra continua e non ho alcuna relazione con nessun russo. E per quel che riguarda il mio compagno di squadra, mi limiterò a rispettare i miei obblighi contrattuali, interagendo con lui sul piano professionale. Ma finché la guerra continua, sostengo pienamente l'isolamento totale del calcio russo".
nonno
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Fino a fine novembre, le interazioni si limitavano agli allenamenti, nell'indifferenza reciproca, anche se nel corso del mese Zabarnyi aveva commentato duramente via social un ennesimo bombardamento russo in Ucraina, definendo la patria di Safonov come uno "stato terrorista". Dopo l'infortunio di Chevalier a Montecarlo, aveva sollevato perplessità l'improvvisa indisponibilità di Zabarnyi per la prima da titolare del russo, contro il Rennes. Partita cui è seguito un messaggio su Telegram da parte di Angelina, la moglie di Zabarnyi, dai toni tanto aggressivi quanto enigmatici: "Come diceva mio nonno: non cercate dei lamponi nella m..., né l'anima nei moscoviti". Frase che ha alimentato nuovi sospetti, anche se in fondo Safonov è originario di Krasnodar. In ogni caso, tornato convocabile in Champions, Zabarnyi è dovuto scendere in campo nella ripresa con l'Athletic Bilbao, a causa dell'infortunio di Marquinhos. Una sorta di tregua calcistica continuata a Metz, in campionato, con entrambi titolari, senza far trasparire animosità durante la partita vinta per 3-2. A Doha, Zabarnyi è rimasto in panchina e quando Marquinhos ha alzato il trofeo, la foto lo immortala dalla parte opposta di Safonov.








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