Cristian Totti si è ritirato dal calcio giocato a 19 anni, e il suo ex allenatore all’Olbia in Serie D spiega: “Aveva qualità, ma c'era troppa pressione”. Lavorerà nell'accademia del padre
Il peso di un cognome può diventare insostenibile, specie se tutti si aspettano che le doti di papà possano magicamente passare sui tuoi piedi come fossero un dono divino. Ed essere figlio di Francesco Totti, uno dei calciatori italiani più forti della storia, era diventato da privilegio a ostacolo insormontabile per Cristian. Che a 19 anni ha deciso di dare addio al calcio giocato. L’ultima esperienza è stata in Sardegna, con la maglia dell’Olbia in serie D. Poche presenze, tanta pressione mediatica, di mezzo pure un’enorme polemica sulla sua condizione fisica tra chi lo accusava di essere “raccomandato” e chi con il solito (poco) garbo social “troppo grasso”. In realtà Cristian ha sempre avuto un fisico in linea, da calciatore normale per quelle categorie, ma quando sei Totti tutti guardano anche il capello. “Non posso dire niente, ma confermo che mi ritiro. Non giocherò più a calcio”, ha confermato Totti junior a La Nuova.
troppa pressione
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Da qualche mese il figlio di Francesco e di Ilary Blasi era svincolato: 6 presenze con l’Olbia prima del periodo di riflessione a dicembre. Pochi giorni fa la decisione drastica dopo un lungo consulto con la famiglia. Smette con il calcio giocato ma non con il calcio: ha già un contratto nella “Totti soccer school” fondata dal padre ma gestita dallo zio Riccardo, fratello maggiore di Francesco . Lavorerà in team con il direttore generale Claudio D’Ulisse alla ricerca di baby talenti del pallone. Il suo tecnico all’Olbia ed ex portiere della Roma, Marco Amelia, si rammarica per la scelta di Cristian: “Ho sempre creduto in lui – ha detto quello che è stato il suo ultimo allenatore - L’ho voluto perché era un giocatore dalle grandi capacità. Un centrocampista capace di impostare il gioco, leggere tra le linee difensive, creare, ma allo stesso tempo anche bravo nel recupero in fase di non possesso. Per me avrebbe avuto davanti una buonissima carriera da giocatore di Serie C e serie B”. E allora perché smettere? “Essere il figlio di Totti ha inciso nelle valutazioni, c’era troppa pressione”, ha ammesso Amelia a La Nuova.
body shaming
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Un caso emblematico è quello dello scorso agosto, pochi giorni dopo il debutto con l’Olbia in Coppa Italia contro l’Ilvamaddalena, Totti finì nel mirino dei leoni da tastiera. Una breve clip di un’azione di gioco è stata condivisa da alcune pagine sportive e nei commenti in molti gli hanno rivolto parole poco eleganti per una forma fisica che non sarebbe sembrata ottimale. Un’ondata di body shaming gratuita. Dopo il polverone, a settembre allo stadio “Nespoli” nella tribuna centrale arrivò papà Francesco Totti con la compagna Noemi Bocchi. Un supporto morale, ma non è bastato.
la carriera
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Il cammino di Cristian non poteva che iniziare dalla Roma dove il papà è qualcosa più di una leggenda. Nello specifico nella formazione under 17. L’anno successivo in under18 ha collezionato appena due presenze su 33 partite, per un totale di quindici minuti giocati. Per provare a racimolare qualche occasione in più, passa alla Primavera del Frosinone, quattro presenze un gol proprio sotto la guida di Amelia. Troppo poco. Il 2024 è travagliato: a gennaio si accorda con le giovanili del Rayo Vallecano in Spagna, dove non lascia alcun segno. Tranne un paio di titoli da giornale gossip per una lite in strada a Madrid con mamma Ilary. A luglio firma con l’Avezzano in serie D ma ad agosto ci ripensa e decide di vestire la maglia dell’Olbia sempre tra i dilettanti. Sei mesi dopo l’addio, ora il ritiro definitivo. Il cognome che pesa d’altronde ha inguaiato altri illustri predecessori: da Diego Maradona junior a Jordi Crujff passando per Romeo Beckam e Edinho Pelè. Altri invece ce l’hanno fatta: da Maldini a Thuram e Vieri. Ma in fondo, mica esiste solo il calcio.