Popovici, Buffon, Berrettini e le crisi dei campioni: storie di cadute, paure e rinascite

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David Popovici of Romania competes in the men's 100-meter freestyle final at the World Aquatics Championships in Singapore, Thursday, July 31, 2025. (AP Photo/Lee Jin-man)

Ansia, depressione, infortuni: dietro le vittorie ci sono battaglie personali spesso invisibili. Ecco chi ha conosciuto il buio e ha trovato il coraggio di ripartire

Furio Zara

1 agosto - 15:00 - MILANO

A che punto è la notte? Campioni fragili, vulnerabili, sotto lo schiaffo dell’angoscia. Consumano giornate abitate da fantasmi. Non le vivono, le subiscono. Vincere (in tanti casi) significa vincere (anche) le proprie paure. L’ansia silenziata, il terrore allontanato. Così David Popovici ai Mondiali di Singapore ha trionfato nei 100 e i 200 metri stile libero. Doppietta straordinaria, per un giovane uomo che a vent’anni ha già una collezione di trofei mostruosa. Mettere la testa sott’acqua, quindi uscirne. Si torna a respirare, lentamente. Si impara di nuovo a muoversi, in quel teatro di solitudini che è la vita. Nel più sottovalutato dei suoi film, lo straordinario “This must be the place”, Paolo Sorrentino fa dire al protagonista Sean Penn che “è la paura che ci salva”. Guardarla, affrontarla, gestirla. Il segreto è prendersi cura di se stessi: se non vedi la luce alla fine del tunnel, sii tu quella luce.

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