La squadra tornata in hotel dopo la partita: poca voglia di parlare, a pochi metri la festa dei tifosi del Fluminense. Stasera il gruppo ripartirà per Milano
dal nostro inviato Filippo Conticello
1 luglio - 08:59 - CHARLOTTE (STATI UNITI)
L’Inter Mondiale ha esaurito le batterie sul più bello, per ricaricarle servirà tempo: giusto tre settimane di vacanza, utili per la testa e per i muscoli di un gruppo rimasto senza parole. In fondo, un finale di stagione così, da zero titoli e mille stravolgimenti, non può che lasciare strascichi. La squadra, lo staff e i dirigenti ripartiranno, comunque, oggi da Charlotte intorno alle 14.30 (20.30 in Italia) con volo diretto a Malpensa, prima però hanno tutti passato un’ultima notte nera, decisamente nera, sotto al cielo della North Carolina. Non è la prima in questo mese e mezzo surreale, in cui in casa nerazzurra è successo tutto e il contrario di tutto, ma stavolta la tristezza è andata di pari passo allo stupore e alla stanchezza: pesano enormemente le 63 partite giocate nella stagione, ma è altrettanto forte la delusione per l’eliminazione già agli ottavi del Mondiale contro una squadra di taglia decisamente inferiore. come il Fluminense. Tornata in albergo in zona Uptown, per l’Inter si è aggiunta pure la beffa innocente nel vedere (e sentire) a 100 metri appena di distanza un fiume di tifosi tricolor in estasi: la base della torcida del club di Rio era in un pub vicinissimo all’albergo nerazzurro e la festa carioca è andata avanti a lungo.
IN SILENZIO
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Davanti all’hotel stazionavano, comunque, anche alcuni dei pochi tifosi in maglia nerazzurra sfollati dal City of Bank Stadium, la casa del Charlotte Fc, dove i fulmini caduti ieri erano solo brasiliani. Aspettavano tutti la squadra di Chivu, arrivata intorno alle 18 col morale sotto ai tacchi: musi lunghissimi, pochissima voglia di parlare da parte di tutti, anche perché le parole di Lautaro erano esplose come meteoriti nello spogliatoio giusto qualche minuto prima. La presa di posizione del capitano è stata autonoma, non concordata con la società e per questo spiazzante per tutti, ma ha sollevato un problema reale e condiviso: a Calha in Turchia saranno fischiate le orecchie a distanza, anche perché lo stesso presidente Marotta, intervenuto successivamente per dare ragione al Toro, ha poi ben indirizzato il mirino contro lo stesso Hakan. Non c’è stata, comunque, alcuna resa dei conti interna nel gruppo nel post-partita: nessuna tensione reale, anzi nel momento condiviso della cena c’era silenzio e pochissima voglia di parlare. Più che confrontarsi nell’immediato, bisognerà comunque far sbollire la delusione e dare un senso a quanto accaduto. Le vacanze sono lì apposta per quello e, quando inizierà il ritiro alla Pinetina, le scorie di questo turbolento fine 2024-25 saranno forse definitivamente passate. Non esiste ancora una data precisa per radunarsi, le valutazioni dello staff tecnico verranno fatte in Italia, ma i motori si accenderanno comunque intorno al 20 luglio. Il tutto con due tranche ben definite: prima inizieranno i nuovi e la parte del gruppo che si è staccata prima dal ritiro mondiale in America ed è tornata in patria, poi in un secondo tempo arriveranno i calciatori che si sono giocati in prima linea questi ottavi agonizzanti contro il Fluminense. Il 2025-26 inizierà ripensando, inevitabilmente anche ai rimpianti mondiali, meno dolorosi di quelli della Champions, ma pure ai fendenti di Lautaro rimasti nell’aria di Charlotte per tutta la notte.