Petrucci lancia Pozzecco: "Le ragazze siano uno stimolo. Azzurri, fate come loro!"

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Il presidente della Federbasket dopo il bronzo europeo femminile: "Da parenti poveri, abbiamo stupito tutti". E sull'Europeo uomini dice: "Avremo DiVicenzo? C'è ottimismo, lui non vede l'ora"

Elisabetta Esposito

Giornalista

1 luglio - 11:42 - ROMA

Palloni da basket e calcio, maglie e canottiere e pure una delle quattro Coppe del Mondo rivestite d’oro di Spagna ’82. "Provate a sollevarla". Pesa un quintale. E dà anche una certa emozione. Gianni Petrucci, confermatissimo presidente della Federbasket (ma anche vicepresidente della Salernitana calcio), ha passato la vita immerso nello sport. Il 19 luglio compirà 80 anni e in questo mondo ancora ci sguazza, si diverte. Soprattutto quando la sua Nazionale, in questo caso quella delle ragazze, gli regala una medaglia di bronzo europea dopo 30 anni. È tornato in mattinata dalla Grecia, ma non c’è traccia di stanchezza. Solo felicità. "Il nostro è un miracolo, figlio della forza di volontà di queste ragazze: ci credevano e hanno stupito pure me. È stata una grande impresa, abbiamo battuto la Francia vicecampione olimpica, abbiamo vinto 5 gare su 6 da parenti poveri rispetto a federazioni che hanno centinaia di migliaia di tesserate più di noi. Ma questo non è che l’inizio. Abbiamo un tecnico che ha strabiliato tutti – e pensare che mi avevano criticato quando l’ho preso — e Cecilia Zandalasini che è un fenomeno. Certo, un risultato non può far dimenticare i problemi che ci sono, ma continueremo a investire sulla femminile, anche per rivitalizzare il campionato. Questo bronzo dopo trent’anni luccica, luccica e luccica, è il segnale che siamo sulla strada giusta". 

Ha dedicato la medaglia ad Achille Polonara. 

"Quando sono andato a trovarlo mi sono commosso, ma lui è sereno. Anche i medici sono fiduciosi. È appena partito per la Spagna, siamo tutti con lui". 

Adesso tocca agli azzurri. 

"Questo bronzo deve essere uno stimolo anche per Pozzecco e i suoi all’Europeo. La maschile ha un valore aggiunto che si chiama Gigi Datome e l’entusiasmo che ha creato il Poz è sotto gli occhi di tutti: è una persona buona d’animo e i giocatori impazziscono per lui. E poi ci sarà Melli, che ha appena vinto un campionato difficile come quello turco, sarà carico, è un leader. Abbiamo una buona nazionale, ma non chiedetemi un pronostico…". 

Riusciremo ad avere anche Donte DiVincenzo? 

"Speriamo di farcela, tra un paio di settimane, che è poi anche il tempo limite, sarà tutto chiaro. Siamo fiduciosi, ci sono dei passaggi burocratici a livello di ministeri di Esteri e Interno, ringrazio Tajani e Piantedosi per l’interessamento. Noi stiamo facendo di tutto, il giocatore non vede l’ora di venire in Italia per mettere la firma sotto al passaporto". 

La Lega Basket intanto ha cambiato guida. 

"Tutti sanno del mio ottimo rapporto con Gandini, che per me rimane un grande dirigente come ha dimostrato anche al Milan e alla Roma, ma non posso che parlar bene del nuovo arrivato Gherardini. Lo conosco da tantissimi anni, ovunque è andato ha lasciato il segno". 

Dell’ultimo campionato chi l’ha sorpresa di più? 

"Antonini ha portato grande entusiasmo a Trapani e poi la sorpresa Brescia, che ha un imprenditore straordinario come Mauro Ferrari e un allenatore come Poeta che per la sua serenità in panchina dovrebbe essere d’esempio per tutti". 

Parliamo del nuovo presidente del Coni, Luciano Buonfiglio? 

"Quando ero presidente io, mi regalò una bacchetta dicendomi: “Tu sei il mio direttore d’orchestra”. L’ho conservata. Buonfiglio è partito con il piede giusto, ha approcciato la candidatura con umiltà, vincolandola all’eventuale permanenza di Malagò, e ha fatto un bel discorso prima del voto. E poi ha già vinto tre medaglie tra noi e l’atletica, è anche fortunato! Io credo possa aprire un ciclo di due-tre mandati". 

Che cosa è successo tra lei, Gravina e Carraro? 

"Abbiamo fatto di tutto per avere Mornati segretario generale: per la sua serietà rappresentava una garanzia per presente e futuro, negli interessi dello sport italiano. Lo ha capito Malagò e poi anche Buonfiglio. Non c’è niente di male che due federazioni, non piccole, abbiano fatto questa scelta. È politica, ma in fondo che cosa non lo è?". 

Buonfiglio ha già incontrato il ministro Abodi e il numero 1 del nuoto Barelli, con cui Malagò aveva rapporti quantomeno tesi. 

"L’elezione di Buonfiglio distende gli animi e sono sicuro che recupererà anche i rapporti con Binaghi. L’ombra di Giovanni? Non ci sarà, è intelligente. Detto questo, se si fa un sondaggio credo sia l’uomo che conosce più persone nel mondo...". 

C’è uno sconfitto? 

"Non credo. Pancalli ha agito in buonafede e Abodi è sempre stato un dirigente illuminato. Di lui mi fido: ha preso degli impegni con lo sport, e con il calcio in particolare, e sono certo li manterrà". 

I rapporti umani quanto sono stati importanti nella sua carriera? 

"Da uno a dieci, dico dieci. Diffido dei fenomeni e non invidio i miliardari perché non mi manca niente. Ai miei figli dico sempre che se ci si comporta onestamente, alla fine i risultati arrivano. E poi io credo, sono un peccatore ma credo. E il buon Dio non ti fa mai negare una grazia per non dartene una migliore. Io ero un semplice dipendente Coni, all’inizio senza nemmeno la laurea, sono diventato numero uno dello sport italiano. Quando ho avuto quel bruttissimo incidente lo scorso anno ero convinto di morire. Ed ero sereno".

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