Parolin: 'Roccella? ad Auschwitz non si va in gita'

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Le visite degli studenti al campo di concentramento di Auschwitz, organizzate dalle scuole italiane, non sono "gite". Lo tiene a precisare il cardinale Segretario di Stato Pietro Parolin, commentando il termine utilizzato qualche giorno fa dalla ministra della Famiglia Eugenia Roccella. Un linguaggio che non fa bene in questo momento nel quale sembrano crescere segnali di antisemitismo.

"Certamente ad Auschwitz non si va in gita, ad Auschwitz si va per fare memoria di una tragedia immane che ha colpito il popolo di Israele e che deve rimanere un monito per tutti noi, anche di fronte alla crescita dell'antisemitismo alla quale purtroppo assistiamo. Questi sono punti di memoria che devono essere continuamente richiamati", ha sottolineato Parolin, a margine del Premio Ambasciatori organizzato dall'ambasciata italiana presso la Santa Sede.

"Quindi andare lì significa fare un gesto di memoria e un gesto di solidarietà", ha rimarcato il Segretario di Stato vaticano. A stretto giro è arrivata la replica della ministra Roccella: "Sono perfettamente d'accordo con il cardinale Parolin. Ad Auschwitz non si deve andare in gita: si va per ricordare l'antisemitismo di ieri e combattere quello di oggi, una piaga che dobbiamo tutti insieme sconfiggere. E' esattamente quello che ho voluto dire", precisa Roccella dopo le dichiarazioni di Parolin.

Nei giorni scorsi la ministra Roccella aveva detto: "Le gite ad Auschwitz servivano a dirci che l'antisemitismo riguardava un tempo collocato in una precisa area: il fascismo" e per questo motivo "sono state incoraggiate e valorizzate". Parole che avevano suscitato l'indignazione anche di Liliana Segre che si era detta incredula. Le opposizioni avevano parlato di "insulto alla memoria", condannando ciò che hanno definito una "lettura strumentale dell'Olocausto".

A difendere la ministra invece era stato l'ex capo della Comunità ebraica di Roma Riccardo Pacifici: "Ha espresso uno dei concetti più lucidi e profondi di fronte al preoccupante ritorno di sentimenti antisemiti che, purtroppo, si avvertono sempre più spesso nelle università, dove si registrano atti di intimidazione verso studenti ebrei, italiani e stranieri" e come "non condividere la sua riflessione sull'inutilità dei Viaggi della Memoria, se ridotti alla sola rievocazione della persecuzione nazifascista?".

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