Paradosso Yildiz: per la Juve è intoccabile ma in 18 guadagnano più di lui. E tre big già lo puntano

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Il fantasista turco sarà anche vice capitano,  però guadagna solo 1,7 milioni all’anno. Comolli studia il rialzo a 6 come David per evitare di perderlo

Filippo Cornacchia

Giornalista

15 ottobre - 11:04 - TORINO

Kenan Yildiz è un ventenne diverso: dribbla gli avversari, non le responsabilità. La stellina da più di un anno indossa con stile la maglia numero 10 della Juventus ereditata dai miti Alessandro Del Piero, Roberto Baggio e Michel Platini. E nei prossimi due mesi non sarà complicato vederlo con la fascia al braccio come è già successo a Verona alla quarta di campionato. Il capitano è sempre Manuel Locatelli, ma con l’infortunio di Gleison Bremer si rinnovano le gerarchie e il fantasista turco sarà il vice dell’azzurro. Un’investitura in più, che si aggiunge a quella di intoccabile per Igor Tudor (8 partite su 8 da titolare), di gioiello più costoso della Signora e della Serie A – secondo le stime del Cies è il giocatore che vale di più in Italia (111 milioni, seguito da Lautaro a 107), di juventino più corteggiato sul mercato (Chelsea, Arsenal, Barcellona), di maglia più venduta negli store bianconeri e di volto più richiesto dagli sponsor per gli spot pubblicitari e dai tifosi per le foto. Yildiz domina le classifiche stagionali della Signora, comprese quelle degli assist (4 tra A e Champions) e dei dribbling (9 in campionato). Tutte a parte tre: minutaggi (36 minuti in meno di Kalulu e Kelly), gol (2 in meno di Vlahovic) e stipendi: Kenan è 19° in graduatoria con un ingaggio da 1,7 milioni più bonus. Soltanto Mattia Perin (1,5 milioni), Daniele Rugani (1,4), Fabio Miretti (1,2), Juan Cabal (1,2), Vasilije Adzic (0,3) e Carlo Pinsoglio (0,3) guadagnano meno di lui. Della serie: lo status di Yildiz è da big, il contratto ancora no. Impatto in campo inversamente proporzionale alla busta paga. Il turco e la Juventus condividono la priorità di rinnovare l’amore e il contratto (fino al 2030) e la fiducia non si attenua, ma la se la fumata bianca tarda è perché non c’è ancora accordo sulle cifre. I numeri di Yildiz in campo e fuori sono da primo della classe, l’ingaggio invece è tra gli ultimi. Tanto per fare un esempio: Teun Koopmeiners viaggia a più del doppio. Yildiz è preceduto da tutti i titolari di Tudor: Di Gregorio (1,8), Gatti (3,2), Bremer (5,5), Kelly (2,3), Kalulu (2,4), Locatelli (3), Thuram (2,3), Cambiaso (2,5), Conceiçao (4)... 

Priorità Juve

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Kenan si augura di proseguire la sua storia d’amore con la Juventus e il desiderio è condiviso con club e tifosi. Ma allo stesso tempo il numero dieci vorrebbe che il suo nuovo status venisse allineato anche a livello economico. Yildiz non si sogna un super stipendio alla Vlahovic (12 milioni), ben consapevole che alla Continassa non siano più d’attualità quelle cifre monstre. Piuttosto punta ad avvicinarsi a Jonathan David (6 milioni), sbarcato a Torino da svincolato soltanto qualche mese fa. Il centravanti canadese non è un’eredità del passato, come Vlahovic, ma il primo colpo della nuova era Comolli-Chiellini. La Juventus, per dirla alla Claudio Marchisio, dovrà mettere in conto uno sforzo per trattenere “Yildiez”, un campione più unico che raro per il momento storico. Questione soprattutto di atteggiamento: le ricche d’Europa lo riempiono di avances, ma il ragazzo di Ratisbona continua a dare la precedenza alla Juventus e in campo non si fa certo influenzare dalla classifica dei salari dello spogliatoio. Con la Turchia ha segnato in entrambe le uscite e al ritorno in Italia è pronto a caricarsi sulle spalle una Signora ferita dai cinque pareggi consecutivi e dall’infortunio di Bremer per affrontare al meglio le tre trasferte da bollino nero: Como (domenica, ore 12.30), Real Madrid e Lazio. 

Ripartenza e rischi

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Tudor aspetta Kenan e Comolli è pronto a cambiare marcia per il rinnovo di contratto del suo gioiello. La blindatura del numero dieci, per il quale ha un debole anche John Elkann, potrebbe essere la prima mossa del manager francese da futuro amministratore delegato. A patto di trovare un compromesso che metta tutti d’accordo e eviti il rischio più pericoloso: l’inserimento di un top club. Il Chelsea campione del mondo di Enzo Maresca non si è ancora arreso dopo il “no, grazie” estivo alla proposta da 67 milioni e l’Arsenal si prepara ad accendere il derby londinese. Il Barcellona, invece, confida nel fascino della maglia blaugrana un tempo di Leo Messi.

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