Papa Leone agli 007: 'Mai usare le informazioni per ricattare'

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Occorre vigilare con rigore affinché le informazioni riservate non siano usate per intimidire, manipolare, ricattare, screditare il servizio di politici, giornalisti o altri attori della società civile". Non potevano essere più esplicite le parole di papa Leone ricevendo in una udienza inusuale, se non altro poiché è la prima nella storia dei servizi italiani, i dirigenti e funzionari del 'Sistema di informazione per la sicurezza della Repubblica'.

A guidare la delegazione di qualche centinaio di 007, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, e il direttore del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza, Vittorio Rizzi. "Lo scambio massiccio di informazioni - ha avvertito papa Prevost - chiede di vigilare con coscienza critica su alcune questioni di vitale importanza: la distinzione tra la verità e le fake news, l'esposizione indebita della vita privata, la manipolazione dei più fragili, la logica del ricatto, l'incitamento all'odio e alla violenza". "Tutto ciò - ha anche sottolineato il Papa - vale pure per l'ambito ecclesiale. Infatti in diversi Paesi la Chiesa è vittima di servizi di intelligence che agiscono per fini non buoni opprimendo la libertà. Questi rischi vanno sempre valutati ed esigono un' alta statura morale in chi si prepara a svolgere un lavoro come il vostro e in chi lo svolge da tempo".

Leone ha insomma invitato chi maneggia le informazioni più delicate per la sicurezza nazionale a non scivolare nel dossieraggio, ("rifuggite dalle tentazioni", ha ammonito) e a contemperare le esigenze di tutela pubblica con quelle del rispetto della "dignità umana", concetto ripetuto più volte in un discorso in cui ha fatto risuonare un forte richiamo all'etica della professione. Sullo sfondo, non possono essere estranei alle parole del Pontefice alcuni casi recenti che hanno lambito anche il Vaticano nel corso del pontificato del suo predecessore Francesco. Dal caso Striano che con una intensa attività di dossieraggio aveva 'attenzionato' anche i protagonisti della vicenda giudiziaria legata alla compravendita del Palazzo di Londra in Sloane Avenue come il cardinale Angelo Becciu ma anche il funzionario vaticano, Fabrizio Tirabassi. Al caso Paragon in cui sarebbero stati coinvolti come oggetto di spionaggio personalità vicine a Bergoglio, molto attive nel soccorso umanitario ai migranti come don Mattia Ferrari, cappellano di Mediterranea e l'attivista Luca Casarini.

Il Copasir ha comunque chiuso il caso il 5 giugno scorso con una relazione votata all'unanimità in cui aveva sancito che don Mattia Ferrari "non risulta sottoposto ad attività intercettiva da parte dell'intelligence italiana mediante lo spyware Graphite di Paragon solutions" mentre ammetteva che "sono stati controllati dai servizi i dispositivi di Luca Casarini, Giuseppe Caccia e David Yambio", un'attività "autorizzata nelle forme e nei limiti" previsti dalla legge.

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