Seconda giornata di incontri a Roma per il presidente dell'Autorità palestinese Abu Mazen. Il primo ad entrare all'hotel "Rome Cavalieri" per un faccia a faccia con Mahmud Abbas è Maurizio Acerbo, segretario del Prc.
A seguire si danno il cambio i leader del campo largo in incontri rigorosamente divisi per partito: prima Elly Schlein (Pd), poi Giuseppe Conte (M5s) e, infine, Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni (Avs). Al termine delle riunioni, l'appello è unanime: "Il governo riconosca subito lo stato di Palestina" e agisca insieme alla comunità internazionale per "porre fine alle occupazioni illegali in Cisgiordania".
Abu Mazen ringrazia il popolo italiano per le mobilitazioni a sostegno di Gaza e si congeda così dopo la due giorni romana: "Ci sarà la Palestina libera, ho speranza". "Per loro - riferisce Acerbo - è importante che l'Italia partecipi alla forza multinazionale per la pace".
Ma il giorno dopo la visita del capo dell'autorità palestinese prima a Palazzo Chigi e poi alla kermesse di FdI 'Atreju', a tenere banco sono ancora le polemiche. Giorgia Meloni "non può raccontare una realtà diversa da quelli che sono i fatti storici.
Il fatto che l'Italia non abbia fatto nulla - e poteva avere sicuramente un ruolo per contribuire a impedire il genocidio - è la storia", attacca il presidente del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte. Non più morbido, Fratoianni secondo cui "il governo, avrebbe potuto, potrebbe e dovrebbe fare molto di più di quello che ha fatto. E resta uno dei troppi governi che hanno dimostrato una complicità con quello che è accaduto a Gaza". Per il segretario del Prc "Meloni tenta di strumentalizzare la visita di Abu Mazen perché ha bisogno di rispondere all'indignazione degli italiani. In qualche modo è anche una vittoria della mobilitazione per la Palestina".
Video Anche Moni Ovadia da Abu Mazen: 'Io sto con gli oppressi'
Schlein parla di un "incontro molto positivo" e incalza: "Non si potrà parlare di pace finché non ci sarà un pieno riconoscimento dello stato palestinese. Serve anche porre fine alle occupazioni illegali in Cisgiordania. Sono passi necessari per cui tutta la comunità internazionale e il governo italiano devono fare la loro parte".
C'è un "genocidio che è in corso, questa è la parola che è stata usata", racconta Bonelli. Che aggiunge un dettaglio sull'incontro: visto che "io e Nicola (Fratoianni, ndr) non abbiamo la possibilità di entrare in Israele per i prossimi 99 anni", Abbas "ci ha detto 'non vi preoccupate ci sarà la Palestina libera, ho speranza, e voi sarete i miei e i nostri invitati'". Un invito inoltrato per telefono anche a Romano Prodi in una telefonata con il presidente dell'Autorità Palestinese definita "molto affettuosa".
Il leader novantenne dona ai suoi visitatori una targa con lo scudo della Palestina a forma di stella e riceve anche Moni Ovadia che lo saluta così: "Io mi sento profondamente palestinese anche se sono ebreo, perché come ebreo so che il mio dovere è stare con gli oppressi".
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3 ore fa
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