Jasmine si presenta all'All England Club dopo la finale dello scorso anno: "L'obiettivo è quello di portare in campo un buon livello". E con il nuovo allenatore spagnolo il feeling sta aumentando
Dal nostro corrispondente Davide Chinellato
29 giugno - 09:43 - LONDRA
Jasmine, come finisce il tuo Wimbledon ideale? Lei si scioglie in quel sorriso irresistibile che lo scorso anno ha conquistato più dei suoi risultati. Poi si mette la mano sul volto per coprire una risata genuina: è quasi come se fosse tutto ancora incredibile, anche se arriva all’All England Club come una delle favorite, come la finalista 2024.
È quasi come se fosse ancora tutto nuovo per lei, come se essere tra le migliori del mondo ancora non le appartenesse, come se passare il primo turno con la lettone Anastasija Sevastova, 35enne numero 402 del mondo, possa non essere diventata routine. Poi torna seria, torna Paolini numero 4 del ranking, regina di Roma, ormai costante ad alto livello negli Slam.
Jasmine, allora come finisce il suo Wimbledon ideale? Magari con una coppa più importante di quella per il secondo posto dello scorso anno?
"Sono cose a cui non penso. Cerco di venire qua a godermi il torneo, sperando di riuscire a portare in campo un buon livello. È quello l’obiettivo. Se poi porto in campo un buon livello e perdo, vuol dire che l’altra è stata più brava di me. Ma almeno sono riuscita a portare me stessa in campo, che per me è quanto di più importante".
Quanto è cambiata da un anno fa, a livello personale?
"Non credo molto. C’è forse un po’ più di consapevolezza, dopo le tante volte in cui mi sono stupita di ciò che potevo fare".

E nel 2025?
"È un po’ diverso e cerco di focalizzarmi sulle novità: sono nuovi tornei, nuove storie, e cerco di metterci dentro tutto il lavoro che faccio".
Quei risultati eccellenti ora sono la normalità. Li considera un punto di partenza?
"Il 2024 è stata una sorpresa. Quest’anno mi dico che quei risultati mi devono dare cose positive: è una consapevolezza in più che hai nel serbatoio e che ti deve aiutare per affrontare certe partite, certi tornei. Ho più esperienza".
Che effetto le fa tornare a Wimbledon?
"È totalmente diverso, ho più ricordi anche di Parigi, forse perché è un posto più magico. Ma devo pensare che quest’anno possa succedere qualsiasi cosa: devo dare il meglio e pensare a scrivere una nuova storia".
Ha un suo posto magico qui?
"Il Centrale. Quel campo è pazzesco. Ma un po’ tutto il club, anche la terrazza dove c’è il ristorante dei giocatori, quella da cui vedi tutti i campi. Sembra tutto perfetto, in pendant. Bellissimo".
Ha una sua ritualità a Wimbledon? Una colonna sonora, un posto preferito, una routine?
"La ritualità è allenarsi, scaldarsi in palestra col team e cercare di farlo al meglio possibile".
Cosa significa per lei Londra?
"L’anno scorso non ho avuto molto tempo per vederla, ma è una città che mi piace moltissimo, che si respira ovunque".
Un piatto della cucina inglese che le piace?
(ride) "No no".
Un ristorante? Una pizzeria?
"L’anno scorso abbiamo sempre mangiato a casa, non siamo mai usciti. Tocca al preparatore atletico mettersi ai fornelli".

Quest’anno ha anche un nuovo coach, Marc Lopez.
"Non abbiamo avuto molto tempo per allenarci. Stiamo disputando tanti tornei, giocando singoli e doppi. A livello personale è diverso da Renzo, ma il tennis alla fine è uguale: non è che mi dicano cose diverse. Forse è più nello stile di comunicazione. Con Marc sta funzionando, ma sono curiosa di vedere cosa succederà quando avremo il tempo di allenarci più a lungo. È importante trovare la persona giusta, anche a livello personale: in un lavoro in cui passi tanto tempo insieme non è meno importante della parte tecnica".
Può essere l’aiuto giusto per fare meglio del secondo posto dello scorso anno?
"L’obiettivo è sempre quello di cercare di rimanere a questo livello il più a lungo possibile, migliorare. Il 2025 è un nuovo anno e l’erba è sempre imprevedibile. È bene focalizzarsi sul primo turno, sperando di giocare una buona partita e di avere la chance di giocarne più di una".