
racconto
Contenuto premium
Schiaffi, insulti agli avversari e allenamenti intensivi quotidiani. Quando i genitori costruiscono e controllano le carriere dei figli, finendo per rovinare il rapporto con loro
Giorgio Burreddu
26 luglio - 11:34 - MILANO
Quando Steffi Graf aveva solo poche ore di vita, suo padre Peter proclamò che sarebbe diventata una campionessa. Aveva avuto l'illuminazione. A tre anni e dieci mesi le mise in mano una racchetta di legno con il manico più corto. E poco dopo i due si lanciavano le palline avanti e indietro sul divano del soggiorno. Se Steffi riusciva a colpire la pallina venticinque volte di fila veniva ricompensata con gelato e fragole. Nel 1987, fu Peter a raccontare al Los Angeles Times che “la maggior parte delle volte alla 25ª palla, la colpivo troppo forte così lei non riusciva a rispondere, perché non puoi avere il gelato sempre”.