Omocisteina alta: quali sono i rischi?

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Analisi del sangue periodiche, alimentazione e sport possono contenere gli effetti collaterali di carenza vitaminica, cause genetiche o altre condizioni che alzano i valori mettendo a rischio cuore, vene, cervello e ossa

Daniela Cursi Masella

20 ottobre - 18:44 - MILANO

Malattie cardiovascolari, trombosi, demenza e osteoporosi: c’è un’associazione con i valori dell’omocisteina. Se troppo alta, secondo la scienza, il rischio è elevato. Facciamo, però, un passo indietro. Che cos’è l’omocisteina? 

omocisteina: profilo e rischi associati

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L’omocisteina è un amminoacido “intermedio” che si forma nel metabolismo della metionina (un amminoacido essenziale, assunto con la dieta). In condizioni normali, viene convertita in altre sostanze tramite reazioni che richiedono vitamine del gruppo B: in particolare folati (B9), vitamina B12 e vitamina B6. Se questo metabolismo è alterato — per carenza vitaminica, cause genetiche o altre condizioni — l’omocisteina può accumularsi nel sangue, condizione definita iperomocisteinemia (in genere si considera elevata una concentrazione oltre ~ 15 µmol/L). Rischi associati all’omocisteina elevata: 

  • Malattie cardiovascolari - L’ipotesi che l’omocisteina “alta” sia un fattore di rischio è oggetto di studio da decenni. Una meta-analisi ha stimato che passando dal gruppo con omocisteina più bassa a quello con valori più alti, la mortalità per malattia coronarica aumentava del 66 %, e la mortalità cardiovascolare del 68 %. 
  • Trombosi (coaguli sanguigni) - Secondo la scienza, l’eccesso di omocisteina può danneggiare il rivestimento interno dei vasi (endotelio), favorire lo stress ossidativo, aumentare la formazione di radicali liberi e promuovere la formazione di coaguli. In questo modo può intervenire nel rischio di trombosi arteriosa o venosa . 
  • Demenza e atrofia cerebrale - Esiste un’associazione tra i livelli elevati di omocisteina e il deterioramento cognitivo, la demenza e la riduzione del volume cerebrale, specialmente nelle persone con lieve deterioramento cognitivo. Una meta-analisi ha stimato che ogni incremento di 5 µmol/L di omocisteina è associato a un aumento del 50 % nel rischio di demenza. 
  • Fratture ossee e osteoporosi - Uno studio pubblicato nel New England Journal of Medicine ha rilevato che, negli anziani, livelli elevati di omocisteina fanno prevedere fratture ossee. 

rimedi e strategie

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Occorre ridurre i valori dell’omocisteina. Ecco le strategie principali: 

  • Supplementazione con vitamine B (B9, B12 e B6) - L’uso di acido folico (vitamina B9), vitamina B12 e B6 è la strategia più nota per “spingere” il metabolismo dell’omocisteina verso vie di riciclo o eliminazione. È opportuno chiedere il parere di un medico. 
  • Alimentazione ricca di vitamine del gruppo B - Favorire cibi che forniscono folati, B12 e B6 è una strategia naturale, utile anche come prevenzione. Via libera a: verdure a foglia verde (spinaci, lattuga, cavoli), legumi (lenticchie, ceci, fagioli), cereali integrali, uova e fegato (buona fonte di B12), pesce (soprattutto pesce azzurro) e carne magra. Si può chiedere, a tal proposito, il parere di un nutrizionista. 
  •  Controllo dello stile di vita - Accortezze come evitare il fumo, limitare l’assunzione di alcol, mantenere un buon controllo del peso corporeo e del metabolismo (diabete, ipertensione), praticare attività fisica regolare ed evitare dosaggi eccessivi di proteine o metionina, contribuiscono a modulare l’omocisteina in soggetti già predisposti. La via più giusta coincide con la prevenzione. Bisogna quindi monitorare periodicamente i livelli di omocisteina e le vitamine correlate.
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