Il vertice a Palazzo Chigi sulla manovra sembra avere sciolto i principali nodi nella maggioranza, a partire dalle banche. A quanto si apprende, ci sarebbe l'intesa all'interno della maggioranza sul contributo da parte di banche e assicurazioni per finanziare la legge di bilancio. L'appuntamento è ora al Condiglio dei ministri convocato per domani alle 11 per chiudere la partita della legge di bilancio da oltre 18 miliardi.
Il titolare del Tesoro era presente in videocollegamento da Washington ed ha fatto sapere di stare "seguendo tutto, sereno e fiducioso". Alle riunioni del Fmi partecipa anche il governatore di Bankitalia, Fabio Panetta, e non è escluso che il tema del contributo alla manovra da parte degli istituti di credito sia stato oggetto di uno scambio tra i due.
La riunione tra gli alleati è arrivata dopo una giornata ad altissima tensione proprio su questo punto. Con la Lega che ribadisce la propria linea e Forza Italia pronta a fare muro alzando la voce e avvertendo di non essere disponibile ad appoggiare in alcun modo (nemmeno nel voto in Cdm) nessuna forma di tassazione degli extraprofitti. "E' una tassa che sa di Urss e non ci sarà", mette in chiaro il vicepremier Antonio Tajani.
Ma dal partito di Salvini si moltiplicano gli inviti a "chi ha di più" a "dare di più". "Ci sono questi doverosi 5 miliardi - dice il ministro dei Trasporti - che le banche metteranno con gioia a disposizione del Paese per aiutare famiglie e imprese in difficoltà".
I diretti interessati, intanto, restano in ascolto e fanno capire che una posizione verrà espressa dopo che sarà chiarito in quale modo il governo conta di ricavare da loro e dalle assicurazioni 4,4 miliardi per il 2026, oltre 11 in tre anni. Una misura che tra l'altro, sempre a quanto emerge dal Dpb sarebbe di fatto strutturale: che non si tratti di un una tantum è indicato, infatti, espressamente nel testo.
Ad ogni modo i contatti con i vertici degli istituti di credito vanno avanti. Resta da chiarire la forma del contributo da parte di banche e assicurazioni. Se quindi tramite la via dei crediti d'imposta o attraverso un'imposta ad hoc (seppure ridotta) sul capitale accumulato. L'Abi - e con lei FI - continua a chiedere di agire "nella stessa logica concordataria dello scorso anno".
E del resto non manca chi ricorda il precedente del 2023 quando l'ipotesi di un contributo non volontario sugli extraprofitti fu bocciata dalla Bce e costrinse ad una modifica consentendo di appostare le somme a riserva. E' corsa contro il tempo, dunque, per portare la manovra in Cdm entro questa settimana: la decisione viene ufficializzata a sera - ancora prima della riunione di maggioranza - dopo che per tutto il giorno si sono però rincorse voci di un ulteriore possibile slittamento a lunedì.
L'intesa, la più dettagliata possibile e in grado di reggere anche ai malumori che i ministeri stanno manifestando per la spending review, resta da scrivere in serata. Una dieta dimagrante, quella chiesta ai dicasteri, che - si legge nel Dpb - il prossimo anno vale lo 0,1% del Pil, ovvero 2,3 miliardi. E che prosegue anche nel biennio successivo arrivando a circa 3 miliardi nel 2028.
Altro capitolo che ha fatto tribolare non poco la maggioranza, ma che parrebbe nella sostanza chiuso è quello della rottamazione quinquies. Fonti di maggioranza spiegano che un'intesa di massima ci sarebbe.
La pace fiscale in primis non riguarderebbe le omesse dichiarazioni dei redditi e non avrebbe una prima rata più pesante; sarebbe, inoltre, confermata la scansione in 56 rate bimestrali di 9 anni. Confermato che il taglio dell'Irpef (2,7 miliardi) avrà benefici limitati per i redditi più alti. Sulle pensioni, invece, il Dpb certifica che il congelamento dello scalino del 2027 solo per i lavori gravosi e usuranti.
Anche se la Lega continua a insistere per ampliare la platea. Si rafforza il pacchetto famiglia che peserà 1,6 miliardi con il finanziamento della riforma del caregiver familiare e il potenziamento del bonus per le lavoratrici madri con almeno 2 figli e con redditi annui sotto i 40mila euro. Tra le novità in arrivo anche l'ampliamento delle detrazioni per le famiglie con un solo figlio. Intanto le opposizioni vanno all'attacco contro una manovra che per M5s dà un "piattino di lenticchie" a ceto medio e imprese. Un'altra "mazzata al ceto medio", per i Dem. Mentre Avs calcola che per il vantaggio per i redditi bassi del nuovo taglio dell'Irpef sarà di appena 2 euro al mese.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA