Nuovo stadio di San Siro: gli yacht disegnati dal suo progettista

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Norman Foster, il designer inglese a cui è stato affidato il progetto del nuovo stadio di Milano, ha mostrato il suo genio anche nella nautica. Con visioni come sempre fuori dal comune per realizzare imbarcazioni diventate iconiche. Eccole

Maurizio Bertera

18 ottobre - 08:49 - MILANO

  • Norman Foster (al quale la Regina Elisabetta, nel 1999, ha conferito l'onorificenza di nobile a vita, assumendo il titolo di Lord Foster of Thames Bank), ha un concetto che esprime a ogni intervista o conferenza: "Disegnare lo sconosciuto è il compito del progettista". E lo ha fatto nei 60 anni della sua incredibile carriera - ne ha festeggiati 90 nello scorso giugno - che prosegue come presidente di Foster+Partners, uno degli studi di architettura e design più famosi del pianeta, con 17 sedi e centinaia di persone che vi lavorano. Se il core business dello studio è rappresentato dalle grandi opere architettoniche, urbanistiche e di interior design, l'archistar che ha avuto l'onere e l'onore di creare il nuovo stadio di San Siro è considerato un genio anche nella progettazione nautica. Con il senso innato della provocazione: nell'ultima Biennale di Venezia si è tolto lo sfizio di creare Gateway to Venice's Waterway, un'originale installazione visibile in Arsenale, nata dalla collaborazione creativa tra Norman Foster Foundation e la Porsche. 

COME UN PATTUGLIATORE

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Il primo gioiello data del 1993 quando Foster era solo Sir Norman: Ronin, costruito da Lürssen Yachts, originariamente con il nome Izanami. Minimalismo puro negli interni per rispettare il design di uno scafo tutto in alluminio - lungo 58,5 metri e largo solo 2,68- con linee da pattugliatore. Grazie ai due potenti Mtu 16V595 TE90 è capace di spingersi sino a 34 nodi (poco più di 60 km/h)  e tenere una velocità di crociera sui 26. Ronin può ospitare fino a 10 ospiti in cinque cabine, inclusa la suite armatoriale, oltre ad altri alloggi per 14 membri dell'equipaggio. Tutto pulito e luminoso, con una palette di colori prevalentemente bianca e tocchi tenui di beige, grigio e motivi gessati. In settembre è stato messo in vendita dal suo armatore - l'imprenditore farmaceutico milanese Alessandro del Bono - per 28 milioni e mezzo di dollari.

LA CLASSE DI PANTALASSA

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Nella carriera nautica di Lord Norman Foster c'è anche uno splendido yacht a vela. Si chiama Panthalassa (in greco significa "tutto il mare"), costruito nel 2010 da Perini Navi, oggi brand di The Italian Sea Group, il famoso cantiere viareggino si occupò del  design esterno mentre gli interni vennero appunto firmati dallo studio britannico e l'architettura navale da Ron Holland Design. Realizzato completamente in alluminio, lo yacht è lungo 56 metri e largo 11,5o. Dispone al suo interno di sei cabine che possono accogliere fino a 12 persone e di spazi comuni davvero unici nel panorama dei superyacht a vela, con soluzioni innovative e una classe totale. Gli appassionati lo conoscono perchè è stato uno dei primi Perini Navi a disporre di un sistema di navigazione avanzato che comprende una randa di 70 metri e una trinchetta di 50 metri, entrambe realizzate con materiali high-tech per prestazioni al top. Due anni fa lo yacht è stato sottoposto a un completo refit, curato da Amsterdam Yacht Service e segnato da un leggero mutamento del nome, divenuto Panthalassea. Ma la notizia  è che il cantiere olandese dovette apportare modifiche al proprio capannone demolendone una parte e aggiungendo un’estensione rimovibile per effettuare il refit dell'imbarcazione.

UNA PICCOLA FLOTTA

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Per Yacht Plus, una delle maggiori società internazionali di noleggio, l'archistar ha progettato una serie di superyacht gemelli, lunghi 41 metri. Dal 2009 al 2014 sono stati così varati Ocean Emerald, Ocean Pearl e Ocean Sapphire che hanno la caratteristica di essere in multiproprietà: in cambio di una quota fissa, gli armatori hanno la possibilità di navigare con equipaggio - di sette persone - nel Mediterraneo d'estate e nei Caraibi d'inverno, con un totale di 30 notti a bordo all'anno. Sebbene gli yacht siano dotati di uno scafo semidislocante convenzionale - costruito in lega di alluminio da Rodriquez Cantieri Navali a La Spezia - e di sistemi di propulsione diesel-elettrici, la forma complessiva rappresenta un netto distacco rispetto ai precedenti. La sovrastruttura è posizionata a prua per massimizzare lo spazio esterno a disposizione, mentre gli interni sono aperti alla luce del giorno e alla vista.  Gli spazi abitativi sono molto generosi, con una superficie di circa 533 metri quadrati e ogni yacht può ospitare dodici ospiti. Come sempre ci sono soluzioni interne uniche come le paratie vetrate e ampie finestre che contribuiscono a dissolvere le divisioni tra interno ed esterno o il fasciame in teak del ponte principale che si estende per tutta la lunghezza del salone, creando un senso di continuità tra i ponti e gli spazi abitativi. I diversi livelli sono collegati da una scala a chiocciola in vetro, progettata per far penetrare la luce naturale fino alle sistemazioni per gli ospiti.

LA FOLLIA DI OUTLIER I

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Che Lord Foster e i soci abbiano sempre voglia di stupire, lo si è visto all'ultimo Monaco Yachts Show quando hanno mostrato Outlier I, concept di un megayacht lungo 88 metri che grazie alla collaborazione con uno specialista di ingegneria navale quale Lateral ha caratteristiche e soluzioni tecniche degne di un 100 metri. In particolare, offre circa il 40% di spazio in più sul ponte rispetto agli yacht standard della sua categoria. Un'idea su tutte: lo spostamento della sala macchine verso prua, che reinventa radicalmente l'architettura interna dell'imbarcazione. Libera spazio prezioso nelle sezioni centrale e poppiera dello yacht, tradizionalmente occupate dai macchinari, e consente una disposizione completamente nuova nel resto dello yacht, avvicinando gli ospiti all'acqua e creando ponti esterni senza ostacoli. Ma soprattutto, fa ricavare uno spazio centrale, su più livelli, completamente vetrato che "taglia" il megayacht e ne fa un piccolo palazzo vista mare. Mai visto prima, ovviamente. Come potrebbe essere per il San Siro che verrà. Tanto è vero che parlando del nuovo stadio di San Siro, il  desiger non si è nascosto "Sarà un progetto che lascerà a bocca aperta".

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