Nuovo alt della Bce sull'oro di Bankitalia. Giorgetti: 'Chiariremo'

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Nuovo stop della Banca centrale europea all'emendamento di FdI alla manovra sulle riserve d'oro della Bankitalia. Le "modifiche apportate" in una nuova formulazione non bastano: "Non è ancora chiaro quale sia la concreta finalità della proposta di disposizione rivista", torna a ribadire l'Eurotower. Che manda un messaggio al governo di Giorgia Meloni: "riconsideri" la proposta. Ma il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti fornirà presto alla Bce, forse già domani, "tutti i chiarimenti necessari" e - secondo quanto apprende l'ANSA - sarebbe "fiducioso che tutto si risolva". L'ultima riformulazione dell'emendamento è arrivata il 4 dicembre a Francoforte.

Peraltro "non è accompagnata da alcuna relazione illustrativa che ne illustri la ratio". E la Bce, che già il 3 dicembre si era già espressa su una precedente versione lanciando il primo altolà, continua a non gradire. Francoforte riconosce "alcune novità che vanno incontro alle osservazioni precedenti", in particolare "il rispetto degli articoli del trattato sulla gestione delle riserve auree dei Paesi, ma restano i dubbi sulla finalità della norma. "Nonostante le modifiche apportate", "non è ancora chiaro quale sia la concreta finalità", spiega l'Eurotower. "Per questo motivo, e in assenza di spiegazioni", le autorità italiane sono "invitate a riconsiderare la proposta", anche al fine di "preservare l'esercizio indipendente dei compiti fondamentali" della Banca d'Italia. Una presa di posizione che rischia di complicare il rebus della manovra, proprio mentre i lavori in Senato si apprestano ad entrare nel vivo, con il pacchetto di emendamenti del governo atteso per giovedì. Le formulazione definitiva delle modifiche è strettamente legata all'esito del lavoro sulle coperture. Il primo dossier sul tavolo del Mef è quello delle banche e assicurazioni: va messo nero su bianco l'accordo raggiunto nei giorni scorsi per un contributo di 600 milioni in due anni, che dovrebbe tradursi in un'ulteriore riduzione della deducibilità delle perdite pregresse. Ad impattare sulle assicurazioni c'è anche l'incremento - previsto da un emendamento di FdI - dell'aliquota sulla polizza Rc auto per infortunio del conducente. Altre risorse sono attese dall'aumento graduale della Tobin tax, dalla tassa sui pacchi, dalla rivalutazione dei terreni.

Ancora incerto invece il destino della tassazione agevolata sull'oro da investimento. L'ammontare delle risorse decreterà il margine di modifica della manovra. Sono attese correzioni sul tema degli affitti brevi, con il ritorno della cedolare secca al 21% per il primo immobile e la riduzione da 5 a 3 della soglia da cui scatta l'attività d'impresa. Si lavora anche sui dividendi (la stretta verrebbe limitata alle partecipazione sotto il 5%), sull'esclusione delle holding industriali dall'aumento dell'Irap, sullo stop al divieto di portare in compensazione i crediti, sull'allargamento dell'esenzione Isee sulla prima casa. Si valutano anche detrazioni per i libri e la stabilizzazione triennale dell'iperammortamento. In arrivo qualcosa anche per le forze dell'ordine, i cui sindacati sono stati convocati domani a Palazzo Chigi. Domani torna a riunirsi anche la commissione Bilancio del Senato, convocata per l'intera la settimana, sabato compreso. L'intenzione è di avviare il voto subito dopo l'arrivo degli emendamenti del governo: quindi, al netto di eventuali slittamenti, forse già venerdì.

E proprio per fare il punto sui tempi e sull'iter non è escluso un nuovo giro di riunioni con l'esecutivo prima di giovedì. Fa intanto discutere l'emendamento di FdI che raddoppia il tetto al contante (attualmente di 5mila euro), introducendo un'imposta speciale di bollo di 500 euro su ogni pagamento cash per importi tra 5.001 e 10.000 euro. "Per raschiare il barile si fa un favore agli evasori, non ai cittadini onesti. Si da un incentivo all'illegalità, non alla crescita", attacca il Pd. "È una scelta politica precisa: proteggere chi evade — e chi ricicla — invece di proteggere chi lavora", aggiunge Avs. Le prospettive di crescita dell'Italia finiscono intanto sotto la lente dell'agenzia Scope Rating, che ha lasciato stabile la previsione per il 2025 (+0,6%), ma ha leggermente limato a +0,7% (-0,1 punti percentuali) la stima per il 2027, quando l'Italia sarà insieme al Giappone il Paese con il Pil più basso.

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