(di Chiara Venuto)
La polemica che ha travolto questa
edizione di Più Libri Più Liberi ha raggiunto il suo apice. È
successo nel momento in cui un folto gruppo di editori,
attivisti e cittadini ha cantato "Bella ciao" davanti allo stand
di Passaggio al bosco. Nel giorno in cui ci sarebbe dovuto
essere l'incontro con Zerocalcare (ma, invece, non è venuto
nemmeno Massimo Giannini), sono state tante le case editrici che
hanno scelto di manifestare per mezz'ora contro la presenza del
progetto toscano che pubblica opere di estrema destra.
Allo scoccare delle 15, diversi rivenditori hanno coperto i
loro libri o vietato l'accesso al loro stand. C'è chi ha usato
un lenzuolo, chi ha posizionato delle borse di tela, mentre Il
manifesto ha optato per un ingrandimento de "La rivoluzione non
russa". Su alcuni banconi è stato posizionato un foglio con
scritto "Questo è ciò che è accaduto alla libertà di stampa e di
pensiero quando i fascisti e i nazisti hanno messo in pratica la
loro libertà di espressione. Vogliamo una Più Libri Più Liberi
antifascista", mentre Editori Laterza ha esposto un cartello con
una citazione di Primo Levi.
Poi, ciascuno dei manifestanti è uscito dal proprio spazio e
ha fatto gruppo in uno dei corridoi al piano terra della Nuvola.
In diversi hanno preso la parola. Il concetto è quello esposto
più volte nell'ultima settimana: "Aie ci deve rispondere - ha
detto il rappresentante di Momo edizioni - che non dica sempre
che alla fine la democrazia è una scatola vuota dove tutti
possono stare comodi. Se questo è il modo di andare avanti si
chiuda questa fiera perché non serve più a niente, la cultura
non può essere una scatola vuota. L'Aie decida cosa vuole fare
il prossimo anno". Poi, dopo un battibecco con Francesco
Giubilei, che ha chiesto l'opinione degli editori sui libri su
Stalin (la risposta è stata: "Di Stalin nessuno fa apologia, del
fascismo sì"), la folla è partita in corteo verso lo stand di
Passaggio al Bosco, dove intanto si era radunata una folla di
acquirenti e curiosi.
Davanti al responsabile della casa editrice oggetto di
polemiche, Marco Scatarzi, e due suoi collaboratori, i
manifestanti hanno poi intonato "Bella ciao" e gridato "Ora e
per sempre resistenza" e "Fuori i fascisti dalla fiera". Dunque,
è arrivata l'ora di riaprire al pubblico. Intanto, Scatarzi si è
prestato alle telecamere. "Rispondiamo col sorriso a ogni
contestazione politica", ha detto, e a chi gli ha chiesto se
fossero un movimento politico ha risposto: "Siamo una casa
editrice con tantissimi autori, collaboratori delle più svariate
esperienze e facciamo cultura". Sul boom di vendite, di cui
qualcuno parla, ha dichiarato "mi sembra evidente", mostrando il
numero decisamente diminuito di copie in mostra.
"Qualunque manifestazione nel rispetto della legalità è
chiaramente ben accolta qui - ha dichiarato poco dopo Fabio Del
Giudice, direttore di Più Libri Più Liberi -. È evidente che si
è aperto un dibattito su un tema particolarmente delicato, che
pone domande enormi che non sono solo nostre ma di tutti quelli
che fanno eventi culturali. Usiamo quello che è successo qua per
aprire un dibattito serio sul tema partendo da un punto fermo,
che tutti condividiamo: l'essere antifascisti".
Intanto, rilanciando le indiscrezioni riportate da alcuni
media, il segretario del Pd Lazio attacca: "Una funzionaria di
Lazio Innova avrebbe rimosso il libro 'Io non voto Giorgia' di
Giovanna Musilli dallo stand istituzionale alla fiera. Un testo
contestato semplicemente per un titolo 'critico' verso la
premier", a suo giudizio "un episodio inaccettabile" su cui va
fatta "chiarezza immediata". Già ieri la Regione spiegato di
essere "impegnata per l'accertamento puntuale dei fatti",
deplorando "ogni possibile forma di violazione dell'articolo 21
della Costituzione" e sottolineando che si sarebbe trattato di
"una iniziativa assunta a titolo personale".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA

5 ore fa
3









English (US) ·