Nuovi arrivati? L'Inter sa come si fa: le regole di Chivu per non farli sentire a disagio

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Il tecnico nerazzurro ha un piano ben preciso per i ragazzi arrivati nell'ultimo mercato: un big al proprio fianco e possibilmente esordio in trasferta, così si inseriscono al meglio

Gregorio Spigno

Giornalista

12 ottobre - 11:06 - MILANO

La scelta è pensata, precisa, diretta a tutelare tutti gli ultimi arrivati. E, perché no, ha pure il sapore della novità. Una gestione diversa rispetto al recente passato e a quella di tanti colleghi. Di cosa si tratta? Dell'utilizzo dei nuovi acquisti targato Cristian Chivu. Sucic, Luis Henrique, Bonny, Pio Esposito, Diouf, Akanji: l'estate scorsa, a fronte di cessioni non determinanti come qualche anno fa ma più che altro relative a profili ormai usciti fuori da qualsiasi tipo di gerarchia (Arnautovic, Correa, Taremi, Asllani, Pavard, oltre ai giovani spediti in prestito), l'Inter dal mercato ha pescato ben 6 facce nuove. Investendo poco più di un centinaio di milioni di euro - circa 105, bonus compresi - per lo più su giovani a cui costruire un futuro nerazzurro. Ecco perché, prima di tutto, la gestione di Cristian Chivu va principalmente verso una direzione: non bruciarli. Nessuno. E infatti, considerando pure che l'atmosfera di San Siro alle volte da idilliaca può trasformarsi in pesante, il piano del nuovo tecnico è chiaro. Quando c'è da lanciare un giovane, a meno di condizioni obbligate, gli imperativi sono diventati due: si fa in trasferta, affiancando all'ultimo arrivato di turno una colonna in grado di semplificarne il debutto. 

i casi

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Scandagliando le prime volte dei 6 nuovi interisti, va sottolineato pure che c'è una certa varietà. Ma a tal proposito vanno considerati i momenti. Della stagione e della partita singola. Rotto il ghiaccio già al Mondiale per Club americano, Petar Sucic è stato il primo a prendersi San Siro: titolare alla prima contro il Torino, con Mkhitaryan e Barella al suo fianco. La partita ha agevolato l'esordio del croato, che subito ha ben impressionato, ma se Calhanoglu non fosse stato squalificato sicuramente non sarebbe partito titolare. Contro il Torino hanno debuttato altri due: Bonny (al fianco di Lautaro), in gol appena 5' dopo il suo ingresso a gara in corso, e Luis Henrique nel finale. Dettaglio: l'Inter era già sul 4-0 al momento dell'ingresso del francese e sul 5-0 quando è subentrato il brasiliano. Uguale: scenario ideale per prendere le misure ad un ambiente tutto nuovo. Ma la prima dal 1' dell'ex Marsiglia, a conferma, è arrivata a Cagliari. E pure Diouf - con Barella ancora in campo - si è goduto per la prima volta l'atmosfera del Meazza contro i granata, nonostante un paio di sanguinose palle perse. A proposito di momenti delle partite, Pio Esposito ha debuttato sì a San Siro, ma come mossa disperata per cercare il pari contro l'Udinese. Il vero esordio, da titolare, l'ha fatto in Champions League, ad Amsterdam contro l'Ajax. Come Akanji, allo Stadium sul campo della Juventus. L'unico che manca all'appello come titolare è Diouf. Ma prima o poi toccherà pure al francese. E la sensazione è che arriverà lontano da San Siro.

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