La Cremonese ha aperto ufficialmente la stagione 2025-26 con la conferenza stampa tenutasi al Centro Arvedi. Presenti il vice presidente Calcinoni, il direttore sportivo Giacchetta e il neo tecnico Davide Nicola. Ecco tutte le dichiarazioni.
Davide Capano Redattore
14 luglio 2025 (modifica il 14 luglio 2025 | 17:50)

Cremonese 2025-26, parte la nuova stagione al Centro Arvedi
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Come riportato dai colleghi di cuoregrigiorosso.com, presenti al Centro Arvedi con Michele Iondini e Nicolò Casali, la stagione 2025-26 della Cremonese è ufficialmente iniziata.
Nella mattinata di oggi, lunedì 14 luglio, poco dopo il raduno ufficiale dei giocatori seguito dalle visite mediche e dai test fisici, si è tenuta la prima conferenza stampa stagionale. Sono intervenuti il direttore sportivo Simone Giacchetta, il nuovo tecnico Davide Nicola e il vice presidente Maurizio Calcinoni.
Calcinoni: «L’obiettivo è chiaro ed è la salvezza»
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«Oggi è una tappa importante. Si apre la nuova stagione con la presentazione di Nicola e la conferma di Giacchetta. Vi porto i saluti del Cavalier Arvedi, grazie a lui la Cremonese è cresciuta molto, soprattutto negli ultimi quattro anni. Anche il Settore Giovanile è migliorato e dopo tanti anni di investimenti si sono ottenuti grandi risultati. Ci auguriamo che sia una stagione importante. L’obiettivo è chiaro ed è la salvezza, cercheremo di ottenerla in tutti i modi. Giacchetta è stato confermato per impegno, risultati e professionalità. Abbiamo cercato negli ultimi anni di costruire con giocatori di proprietà e inserendo giovani. Un saluto anche ai tifosi e alla Curva Sud in particolare. Ogni settore si è riempito di famiglie, di bambini. Oggi parte la campagna abbonamenti, ci auguriamo che lo Zini sia sempre pieno».
Giacchetta: «Inizia una stagione storica»
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«Ringrazio la società per avermi dato ancora fiducia dopo 5 anni. Tante soddisfazioni, due promozioni, traguardi storici. Bellissimo condividerli con la tifoseria che ci è stata sempre vicino, come la proprietà. Inizia una stagione storica per la Cremonese, l’obiettivo è dimostrare di meritare la categoria. Sappiamo di essere una neopromossa e siamo pronti a scalare una montagna. Le difficoltà ci daranno grandi energie. Con la Serie A abbiamo pensato subito ad una grande persona e a un grande allenatore per la categoria: Davide Nicola. Lo conoscete bene, non ha bisogno di presentazioni. Noi abbiamo giocato insieme nel Genoa e poi l’ho sempre seguito, lo stimo molto. Penso che tutta la società e tutta la piazza sia contenta della scelta».
Nicola: «Sono qui per scrivere la storia della Cremonese»
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«Sono molto motivato per la grande determinazione con cui sono stato cercato e per la piacevole scoperta di una nuova realtà. Qui ci sono potenzialità importanti perché costruite nel tempo, società fatta di grandi professionisti. Mi baso molto sulle mie emozioni, sentivo parlando con Arvedi che fosse la scelta giusta. Mi ha fatto sentire coinvolto con grande naturalezza. Siamo consapevoli che sarà molto dura. Ho chiesto di non smuovere nulla in questi 10 giorni di lavoro, molto importanti per conoscere al meglio la squadra e valorizzare giocatori già di proprietà della Cremonese. La sfida che mi ha mosso è cercare di costruire in modo che si parli anche in futuro di questa realtà e che le ambizioni crescano. Il primo passo è la salvezza. Noi esistiamo perché c’è la gente ed è fondamentale farli appassionare».
Le domande dei giornalisti a Nicola
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Come ti presenti al primo giorno in un nuovo contesto? Su che tasti batti?
«Quello che riporto a voi è lo stesso che ho detto ai giocatori. Cerco di conoscere prima le persone che gli atleti. I miei giocatori ad oggi sono questi, non penso a loro come possibili partenti. Sacrificio immenso per raggiungere un obiettivo estremamente difficile, questo è il punto».
Che tipo di giocatori di servono per il gioco che hai in testa?
«Potrei farti un elenco di tratti caratteriali e tecnici ma non finiamo più. Mi servono giocatori con carattere e consapevolezza. Devono credere nell’obiettivo. Servono giocatori funzionali alla salvezza».
Da Cagliari cosa ti porti dietro? Ferita o bel ricordo?
«Io so della nomea che mi sono fatto, ma mi baso sulle emozioni che provo quando entro in un nuovo contesto. Io penso di essere un professionista molto serio e ambizioso. Qui ho trovato le mie stesse ambizioni. A Cagliari mi sono trovato bene e abbiamo raggiunto un obiettivo che volevamo fortemente. È stato bello partecipare alla storia del club. Ora sono qui per scrivere la storia della Cremonese».
Fare gruppo è la base da cui partire?
«L’obiettivo è difficile quindi ci saranno alti e bassi. Ma non dobbiamo spaventarci perché siamo preparati. Non sono preoccupato. Io ho fiducia e devo sapere che anche il gruppo ha fiducia in me e nei compagni. Mi concentro sui pregi delle persone, non sugli aspetti negativi. Io non ho mai fatto imprese».
Quanto è importante il ritiro?
«Il 60% delle mie avventure le ho fatte dall’inizio. Il ritiro poi è cambiato moltissimo rispetto a dieci anni fa. Ciò non toglie che la preparazione fisica è importantissima così come quella tecnico tattica. Partiremo con dei test ma già dalla prima settimana cercheremo di conoscerci e impartire i primi concetti».
Come tradurrà la sua forte componente emotiva sul campo?
«Io non dico mai ciò che non penso, ma cerco di essere sempre educato. Credo sia la base. Credo nelle relazioni prima che nel lavoro sul campo. L’emozione ne fa parte, tutti siamo mossi da qualcosa e abbiamo bisogno di ciò. Per questo è importante prima conoscerci. Si tratta di essere se stessi».
Quanto è importante la conferma del Mudo Vázquez?
«Tutti conosciamo Franco. Io sono molto curioso. È un giocatore maturo ma ha ancora ambizioni. E credo che questa sia già una base ottima. Non do giudizi finché non l’avrò conosciuto. È evidente che è un giocatore di intelligenza. Inoltre ha acquisito una duttilità tattica che non vedo l’ora di scoprire».
Con il suo nome sono salite le aspettative. C’è fiducia nei suoi confronti.
«Le aspettative le abbiamo tutti. La salvezza è il risultato di un percorso lungo e difficile. Dobbiamo sapere che, anche quando sembreremo spacciati, dovremo crederci sempre».
La tua esperienza può aiutare la società a crescere ulteriormente?
«Io credo che la società sia già pronta ad affrontare la categoria. Si tratta di costruire una squadra per la salvezza. Dovremo cercare giocatori che si mettano a disposizione, cercare giovani di potenziale e valorizzare i nostri tesserati. L’affinità con la società c’è, serve pazienza e determinazione per andare a trovare altri elementi funzionali. Perché non tutti conoscono questa realtà, va loro spiegata».
Numero di giocatori ideale? Laterali fondamentali anche qui?
«In questo momento il direttore sta già lavorando senza aspettarmi. Sta già monitorando tanti profili, ma gli ho chiesto tempo per valutare la rosa attuale. Devo prima conoscerli per capire se mi saranno funzionali. Il direttore aspetterà la mia valutazione».
Modulo e gruppo dello scorso anno?
«Non sono schiavo di un sistema, ma ho utilizzato molto il 3-5-2 di Giovanni (Stroppa), che saluto con grande affetto. Se ci sono delle caratteristiche che richiedono modifiche, valuteremo. Non ho problemi in questo senso. L’importante è il modo di stare in campo».
Che idea si è fatto della Cremonese lo scorso anno?
«La Cremo era costruita per dire la sua. Da fuori l’idea è che fosse competitiva per giocarsi la A. Hanno fatto estremamente bene e ho visto la finale. Stroppa ha fatto un grande lavoro, soprattutto nell’interpretare le caratteristiche dei giocatori».
Quanto sarà importante trovare subito un’identità tattica?
«Non dobbiamo fossilizzarci su ciò che sarà, su chi sarà in lotta con noi o meno, ma preparare ogni partita singolarmente. Noi giocheremo su quelli che si perderanno d’animo lungo la strada».
Ha sentito Stroppa?
«No, ci sentiremo più avanti ma per puro piacere. Non voglio avere valutazioni terze, ma farmi le mie. Non voglio avere condizionamenti, per quanto positivi».
Ci sono squadre salvatesi con poche vittorie, sembra facile ma non lo è.
«In Serie A la cosa più semplice è perdere. Ci sono sempre meno squadre impegnate fino all’ultimo nella salvezza. Per questo perseveranza e fiducia sono così fondamentali. La difficoltà deve essere ben chiara».
Giacchetta: «L’obiettivo ora è far conoscere i giocatori al mister»
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Cosa si aspetta da questo mercato molto lungo?
«Ci sarà un’accelerata verso la fine con tanti tira e molla nel mezzo. Le trattative sono lunghe e impegnative. Per quello l’obiettivo adesso è far conoscere i nostri tesserati al mister».
C’è interesse dalla Serie A verso i nostri giocatori?
«Hanno fatto un grande campionato quindi c’è grande attenzione. Anche per chi ha giocato meno dalla Serie B. Detto che anche in cadetteria alcune squadre non sono ancora pronte a fare mercato. Credo che solo a breve inizierà davvero la vera finestra».
Ancora nessun innesto. È un ritardo o scelta condivisa?
«Siamo stati gli ultimi promossi, quindi il fattore temporale c’è. Ma anche la richiesta del mister di valutare la rosa. La lista richiede 21 over, al momento ne abbiamo 31 e quindi ci saranno uscite. Nel frattempo servirà inserire giocatori funzionali».
Zone del campo da rinforzare?
«Lavoreremo su tutte le zone del campo. Non abbiamo ancora parlato di ruoli e nomi, ma solo di valorizzare i calciatori di qualità che abbiamo adesso».