Lorenzo dopo la sconfitta in semifinale: "Pure quando stavo avanti di un break, ero troppo concentrato sulle cose negative. Ma sono fiducioso per il Roland Garros"
"Anche quando stavo avanti di un break, nel secondo set, anziché guardare il tabellone ero troppo concentrato sulle cose negative. Il vento, il terreno di gioco, le zone d'ombra del campo, i miei errori. Troppi alibi". No, non è stata la partita che Lorenzo sognava. Non soltanto per il risultato. Perdere contro Alcaraz è nell'ordine delle cose, anche perché "sulla terra il miglior Carlos è sempre il favorito, pure al Roland Garros, pure contro Sinner", dice Musetti. Il rammarico, piuttosto, sta nel non essersi goduto pienamente una partita storica: la terza semifinale in carriera in un Masters 1000, per di più in un Centrale da oltre 10mila spettatori che facevano tutti il tifo per lui. Proprio l'emozione ha giocato un brutto scherzo. "La tensione mi ha bloccato, mi sentivo immobile, ero in confusione. Carlos è stato più solido e tranquillo, ha gestito meglio la situazione. Comunque nessuno di noi due ha giocato il miglior tennis, a differenza del precedente a Montecarlo. Sono un po' deluso per questo. Ma mi servirà da lezione".
prossimo step
—
Una giornata negativa non può intaccare né lo straordinario torneo giocato al Foro, né gli ultimi mesi che gli hanno fatto compiere il salto di qualità consentendogli di entrare nella top ten (lunedì sarà ottavo). Il prossimo step? "Se voglio vincere tornei di questo livello devo battere i migliori. Ma, guardando ai primi dieci, ancora non ho battuto soltanto Sinner, Alcaraz e Draper. Direi che sono queste le partite da vincere per andare nell'olimpo". Adesso Musetti staccherà la spina (niente Amburgo) e si preparerà al Roland Garros. "Sui cinque set i match diventano più fisici, io mi sento bene da quel punto di vista. E ritengo che la lunga distanza sia la condizione migliore per poter esprimere pienamente il mio gioco".