Musetti e il virus che lo ha buttato fuori: "In campo ero uno zombie, crollato dopo il 3° set"

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Semifinalista a Londra lo scorso anno, il numero due azzurro ha spiegato il problema fisico che ha condizionato il match: "Sentivo la fatica e la spossatezza, anche se avessi vinto oggi avrei fatto poca strada"

Dal nostro corrispondente Davide Chinellato

1 luglio - 17:50 - MILANO

Cerca le parole, Lorenzo Musetti, perché questa sconfitta al primo turno di Wimbledon fa male. Anche se sapeva che questo esordio a Londra contro il Nikoloz Basilashvili, il qualificato georgiano che lo ha battuto 6-2 4-6 7-5 6-1 in due ore e 25’, era la sua prima partita sull’erba, la prima dopo tre settimane di stop seguite alla lesione del primo grado all’adduttore sinistro. Anche se sapeva che quel virus intestinale che l’ha fermato venerdì aveva ulteriormente complicato le cose. “Magari se avessi vinto il terzo set lui avrebbe mentalmente subito la cosa- dice ripensando al suo match -. Però non vedo come, con questa forma fisica, sarei potuto andare avanti più di tanto”.

delusione

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“In campo ero uno zombie”. È deluso, Lorenzo, perché le cose dovevano andare diversamente. È arrivato a Wimbledon da numero 7 al mondo, con la semifinale dello scorso anno come punto di ripartenza, con la semifinale del Roland Garros come conferma che anche lui appartiene ai grandissimi, che quell’idea che ha sempre in testa di diventare un giorno il numero 1 del mondo poggia su basi solide. Invece contro Basilashvili è arrivata una delusione, mitigata in parte dall’infortunio che ha cancellato la sua annata sull’erba. Contro il georgiano Musetti non ha mai trovato la sua dimensione, andando subito sotto nel primo set, provando a rialzarsi nel secondo, ma crollando alla fine del terzo quando sul 4-4 non è riuscito a convertire la palla break costruita sul 30-40. “Dopo che ho perso il terzo set mi è crollato il mondo addosso - ha ammesso -. Ho cominciato a sentire ancora di più la fatica e la spossatezza, ricordo del virus intestinale. Ero arrivato a Wimbledon sentendomi bene, poi c’è stato quel nuovo problema a metà settimana e non sono più riuscito a recuperare”.

RILANCIO

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L’unica consolazione che vede Musetti da questo flop a Wimbledon e l’essere contento per “Niko, a cui non voglio togliere meriti: alla fine mi ha detto quanto valeva questa vittoria per lui, che è ripartito dal basso. Sono contento che possa tornare su questi palcoscenici perché è un bravo ragazzo”. Sarà lui, il georgiano, a sfidare Lorenzo Sonego giovedì nel secondo turno, in quello che sarebbe stato il primo dei due derby azzurri sulla strada di Musetti, il prologo prima dell’incrocio ai quarti con Jannik Sinner. Sarebbe stato l’obiettivo minimo per il numero 7 del mondo, non per questa versione debilitata e zombie di Lorenzo a cui non è di consolazione nemmeno l’idea di avere un po’ più di tempo per rimettersi in sesto fisicamente. “Il programma iniziale era giocare a Los Cabos (sul cemento messicano dal 14 luglio, ndr) e poi Washington prima di andare in Canada e a Cincinnati: nei prossimi giorni decideremo cosa è meglio”. Prima c’è da assorbire questa sconfitta: Musetti lo sapeva di essere “uno zombie”, spossato e affaticato. Ma perdere al primo turno di Wimbledon fa male lo stesso.

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