Mps: Delfin principale azionista privato, Calcaterra (Bocconi): "Operazione politica e industriale''

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Fabio Caldato: "Delfin, in tandem con Caltagirone, opera allineato agli interessi del governo che mira ad avere un nucleo solido e liquido nell’azionariato della antica banca senese"

10 gennaio 2025 | 16.46

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Delfin, holding della famiglia Del Vecchio, aumenta la propria partecipazione in Mps e tocca quota 9,8% del capitale: è il principale azionista privato della banca senese, dietro solo al Tesoro, che mantiene una quota dell'11,7%. Una mossa che rafforza il cosiddetto "nocciolo duro" dell'azionariato, formato grazie all’iniziativa del governo e composto anche da Caltagirone, Anima e Banco Bpm, che insieme detengono circa il 35% delle quote.

Di un’operazione double face, che ha carattere sia industriale che politico, parla all’Adnkronos Michele Calcaterra, professore della Bocconi. "Montepaschi -dice- rappresenta un asset strategico, soprattutto nel segmento del risparmio gestito, grazie a partner rilevanti come Anima. Il processo di concentrazione industriale nel settore bancario è in pieno svolgimento, non solo in Italia ma anche a livello europeo. In questo contesto, l’ipotesi che Montepaschi possa essere coinvolta in una strategia di consolidamento, magari con Banco Bpm, non è da escludere. Tuttavia," sottolinea, "lo Stato italiano intende mantenere una presenza strategica sul possibile terzo polo bancario nazionale, per non perdere un attore cruciale in un settore che gioca un ruolo chiave nei mercati dei capitali."

Unicredit vuole sbarrare la strada alla creazione del terzo polo bancario?

Secondo Calcaterra, è improbabile che le mosse di Andrea Orcel, Ceo di Unicredit, siano mirate a bloccare la nascita di questo terzo polo. "La principale motivazione dietro una possibile integrazione tra Unicredit e Banco Bpm è di natura prevalentemente industriale. Le sinergie economiche che ne deriverebbero sono così significative da rendere la razionalità economica predominante rispetto a ogni altra considerazione politica."

In questo scenario, evidenzia, Banco Bpm emerge come una preda più ambita rispetto a Commerzbank. "Un’eventuale combinazione con Banco Bpm rafforzerebbe la posizione di Unicredit sia in Italia sia in Europa. Inoltre," spiega Calcaterra, "consoliderebbe la presenza di Unicredit nel Nord Italia, un’area in cui è storicamente meno forte rispetto al Centro-Sud, garantendo un presidio territoriale strategico''.

L'operazione su Mps allineata agli interessi del governo?

Anche Fabio Caldato, Portfolio manager di AcomeA Sgr sottolinea all'Adnkronos che l’incremento della posizione in Mps da parte di Delfin non stupisce. "L’operazione in corso ha un duplice aspetto: politico e finanziario", evidenzia. "Delfin, in tandem con Caltagirone, opera allineato agli interessi del governo che mira ad avere un nucleo solido e liquido nell’azionariato della antica banca senese, replicando la stabilità creatasi, attraverso il medesimo processo, nelle Assicurazioni Generali", dice. "Inoltre, come con il colosso triestino, il target degli acquisti mostra valutazioni attraenti e un profilo di redditività lampante. Fatte queste premesse, le prospettive sono quindi di un equilibrio, in fase finale di costruzione, che eviti take over sgraditi. Restiamo convinti - conclude - che la partita più avvincente sarà quella sul fronte Generali-Banca Generali-Mediobanca." (di Andrea Persili)

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