Parla il leader della Nazionale che alle 15.30 (Rai 2 e Dazn) esordisce contro l’Algeria: "Impariamo dalle azzurre»"
L’ hanno messo sul manifesto, insieme a Fornal, Christenson, Fernando Kreling, Abdel-Aziz e Ngapeth. Segno che Alessandro Michieletto è una delle star designate del Mondiale iniziato venerdì. Segno che nelle Filippine, come in tutto il resto del mondo, identificano lui come uomo simbolo dell’Italia. Lui che si era rivelato al pianeta delle schiacciate all’Europeo di quattro anni fa e che al Mondiale 2022 si confermò. Così che ora a Manila è a lui e ai nostri azzurri che tutti guardano. Per le altre nazionali sono il riferimento, quelli da attaccare. A cui strappare il titolo, tanto più che l’Olimpiade e la recente finale di Nations League hanno rivelato che in questa avventura al via oggi contro l’Algeria (ore 15.30, Rai 2 e Dazn) sono vulnerabili.
Vi sentite sotto esame?
“Assolutamente no. Piuttosto vediamo il Mondiale come un modo per riscattare proprio l’ultima partita, la finale di Nations League: che non ci è piaciuta molto. Una partita che non deve rovinare quanto di buono era stato fatto fin lì, anche perché il secondo posto in questa manifestazione non l’avevamo mai conquistato. Ci sono tutti i presupposti per rifarci”.
Durante lo scorso inverno, con l’Olimpiade che ancora bruciava, lei disse: “all’inizio della prossima stagione dovremo parlarci, quel che non ha funzionato a Parigi è stato a livello mentale”. Lo avete fatto?
“Sì, sì. Perché è vero che quando perdi male una semifinale, come ci era successo lì, spesso diventa automatico che vada male anche la finale per il terzo posto, che in quel caso era importantissima. Ma prendere due 3-0 così, per una squadra come la nostra, non è stata una cosa normale. Tra di noi ne abbiamo parlato anche durante l’inverno, quando ci vedevamo o sentivamo. Poi ci siamo confrontati con lo staff. Sia sulle sensazioni, su come abbiamo reagito a determinati momenti difficili, ma anche su aspetti più strettamente di gioco. Secondo me averne parlato è stato molto positivo, utile. Vedo i miglioramenti”.
Cos’è che non andava?
“Questo rimane tra di noi”.
Dopo l'Olimpiade ci siamo confrontati. Il gruppo è unito e compatto. Non sono frasi fatte
Alessandro Michieletto
Era una questione di rapporti?
“No, no: il gruppo era ed è perfetto. Non c’è nessun attrito. Erano sensazioni di insicurezza relative a certe situazioni in campo”.
Lo spogliatoio è unito, quindi…
“Sì, come al solito. Stiamo bene insieme. E si lavora bene, con tranquillità e voglia di migliorare. Vi assicuro che non sono frasi fatte”.
Lei è l’uomo simbolo, o quantomeno l’attaccante simbolo…
“Mi sento cresciuto rispetto al Mondiale 2022, questo sì. Posso dare alla squadra la miglior versione di me. Ma siamo tutti consapevoli che il nostro gioco, i risultati che vogliamo, non dipendono da uno o due giocatori ma dal gruppo. C’è chi fa i punti, c’è chi magari dà un contributo sul piano morale o dell’equilibrio. Ce lo abbiamo tutti ben chiaro. Vorrei essere capace di caricarmi sulle spalle la squadra nei momenti più importanti, con i punti decisivi”.
“Molto. È un giocatore importante, abituato a certe partite. Mi dispiace tanto per lui, e per tutti noi, perché so che ci mancherà. Ma sono fiducioso: Bottolo ha fatto una gran stagione alla Lube, Luca (Porro, ndr) andrà a Modena, e non ci andrebbe se non fosse forte. Non faranno rimpiangere Daniele. Noi tutti giocheremo anche per lui".
Prima ancora di quest’ultima estate per loro trionfale, lei aveva detto: “dobbiamo imparare dalle ragazze”. Sempre di più…
“Sempre di più, sì. Sono una grande squadra. Meritano tutto quello che hanno vinto. Si vede chiaramente che è il frutto di un progetto di tanti anni. In questo momento non hanno rivali”.
Delle ragazze vorrei la superiorità di gioco. In questo momento non hanno rivali
Alessandro Michieletto
Che cosa le piacerebbe prendere di quella squadra?
“La loro superiorità di gioco rispetto alle avversarie. Ma è vero che nel maschile è più difficile costruire un dominio così. Però Velasco è stato bravissimo a rimettere insieme tutto, in una squadra che si era un po’ persa”.
Il Mondiale è meglio così, con gli ottavi da dentro o fuori dopo la prima fase, o sarebbe stato preferibile una seconda fase a gironi?
“Meglio così, come la Champions di calcio. Ma a me basta giocare”.
Le più forti sono Francia, Polonia e Brasile?
“Sì, e poi ci sarà qualche sorpresa, penso soprattutto agli Stati Uniti”.
E quelle tre presumibilmente le avrete in infilata dai quarti…
“Tanto bisogna affrontarle tutte. Si dice così, no?”.