
COMMENTO
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Una corsa tatticamente perfetta e ben gestita. Il danese conferma che solo Pogacar può batterlo. L'Italia sorride con Ciccone e Pellizzari
Jonas Vingegaard ha vinto per la prima volta la Vuelta di Spagna. Era il grande favorito, ma se andiamo a guardare bene queste tre settimane non è che abbia dominato la corsa come qualcuno si aspettava. Ha vinto tre tappe e per tre volte è arrivato secondo, ma solo al termine della tappa di oggi, in cima alla durissima salita di Bola del Mundo, ha avuto la certezza della vittoria finale. Non sono state tutte rose e fiori e da quello che ho visto pure lui ha sofferto non poco, soprattutto alla fine della seconda settimana e l’inizio della terza. Solo un giorno ho visto un Vingegaard formato Tour de France: la 9a tappa, arrivo in salita a Valdezcaray. Partito a 11 km dal traguardo, ha fatto un’azione davvero esemplare su pendenze non eccessivamente complicate, quel giorno mi è piaciuto un sacco. Sull’Angliru invece è sempre stato a ruota di Almeida dimostrando di essere al limite. Così come ha corso sulle ruote le tappe successive correndo sempre di rimessa. Sicuramente le fatiche del Tour si sono fatte sentire e quando ha capito che Almeida poteva insidiarlo ha cambiato tattica correndo di rimessa.