Ds e allenatore hanno definito le linee guida del nuovo Diavolo fra tattica e caratteristiche dei giocatori che arriveranno. Col 4-3-3 addio (o quasi) al trequartista
Quando Igli Tare ha parlato di una squadra che “deve essere compatta, dominare le partite, avere giocatori di grande palleggio”, inevitabilmente un po’ tutti sono tornati indietro di dodici mesi col calendario. Era il tempo in cui, all’interno di quegli stessi muri – via Aldo Rossi numero 8 -, nel giorno della sua presentazione Fonseca diceva: “Voglio costruire una squadra coraggiosa, offensiva, dominante, reattiva, che non lascia pensare gli avversari, con un’identità forte. La qualità del gioco per me è importante”. Sappiamo com'è andata: l'idea nella testa di Paulo c'era eccome, ma mancava un numero sufficiente di giocatori capaci di garantirla. Il Milan '24-25, anche dopo il mercato invernale, è rimasto per lo più una squadra da transizione, da ripartenza, e non da possesso.
palleggio
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Occorrerà quindi vedere chi arriverà a Milanello nelle prossime settimane. Per adesso si sta procedendo alle cessioni - mai vista, in tempi recenti, una tale densità di addii -, poi si passerà alle facce nuove. La prima, anche se manca ancora la firma in senso stretto, è quella di Modric. E okay, qui è chiaro a chiunque che in termini di tecnica e proprietà di palleggio, si parte in carrozza. Tare ha detto anche che "il centrocampo sarà il reparto dove interverremo di più, riteniamo sia importante aumentare la qualità di gioco di questa squadra". Sul taccuino della dirigenza, non per caso, ci sono i nomi di Xhaka, Jashari e Javi Guerra. La grande sfida è riuscire a sopperire all'assenza di Reijnders, che era uno dei pochissimi palleggiatori davvero di livello in rosa. Ma portarsi in casa gente dai piedi raffinati, in grado di alzare veramente il tasso tecnico di un reparto, è esercizio costoso. Tutti non potranno arrivare.
equilibrio
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Intanto, però, appare chiaro che il sistema di gioco, quanto meno inizialmente, sarà il 4-3-3. Ci sono stati momenti lungo la scorsa stagione in cui è stato praticato, più che altro con modalità spurie. Dipendeva dalla posizione di Pulisic. Con Allegri, allenatore che gradisce l'ampiezza, il sistema dovrebbe essere più evidente. Soprattutto, la mediana a tre "vera" dovrebbe garantire quell'equilibrio in fase difensiva che il 4-2-3-1 della scorsa annata non aveva. Il perno di tutto, secondo il ds rossonero, sarà il centrocampista davanti alla difesa, che agirà piuttosto basso. Va ovviamente detto che, a livello di modulo, non esistono più tecnici integralisti. Si parte con un concetto base, poi il gioco evolve in altri modi: la stessa difesa a quattro rossonera dell'anno scorso in realtà mutava spesso in una linea a tre in fase di possesso. Però il 4-3-3 sancisce di fatto la scomparsa - o comunque un evidente ridimensionamento - del trequartista. E qui torna in ballo Pulisic, che si è alternato con Reijnders alle spalle del centravanti. Facile prevedere comunque che il capitano Usa svarierà spesso e volentieri verso il centro.
in avanti
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Un'altra zona delicata è quella al centro dell'attacco. Perché se sui lati Pulisic e Leao sono due colonne, è tutta da valutare come sarà la seconda stagione di Gimenez in rossonero. La prima ha vissuto più ombre che luci. Iniziata con giochi pirotecnici e poi banalizzata dal trascorrere delle settimane, senza peraltro che la squadra sia riuscito ad aiutarlo in alcun modo. Anche in ambito centravanti, Tare è stato chiaro: con Santi, che per natura tende a muoversi parecchio, arretrando per poi cercare la profondità, l'altro numero 9 dovrà essere un attaccante d'area. Uno alla Giroud: meno movimento, più punto di riferimento, caratteristiche utili anche per stimolare l'assistenza degli esterni.