Minacce e insulti via social alle mogli dei giocatori della Fiorentina, è vera crisi

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Firenze è in ansia e ribolle per la propria squadra che, a dispetto delle ambizioni sbandierate a inizio stagione e dei 92 milioni di euro investiti sul mercato estivo, sta precipitando sempre di più. Una caduta che appare inarrestabile per questa Fiorentina che dopo 14 giornate è in fondo alla classifica con appena 6 punti, non ha ancora vinto una partita e ne ha perse 8, l'ultima ieri a Reggio Emilia con il Sassuolo.

Lo spettro della Serie B aleggia anche perché a niente per adesso sono serviti il cambio di allenatore (un mese Paolo Vanoli è subentrato all'esonerato Stefano Pioli), le dimissioni del ds Daniele Pradè (rimpiazzato da una scelta interna, l'ex dt Roberto Goretti) e il recente patto stretto con i tifosi (ieri al Mapei Stadium erano 4000, hanno incitato la squadra fino all'ultimo salvo sfogare alla fine rabbia e delusione comprensibili). 

La Fiorentina, finita pure nei mirino degli odiatori social che hanno minacciato i giocatori e le loro famiglie, è una scatola vuota, senza anima e ardore, con evidenti limiti fisici, tecnici e mentali, dove nulla sta funzionando: la difesa con 24 reti incassate è al momento la peggiore della Serie A, il centrocampo non crea né argina, l'attacco è impreciso e sterile (appena 11 gol realizzati). Rispetto ad un anno fa i viola hanno 25 punti in meno (record negativo) e un gruppo slegato come dimostrano gli episodi di queste ore. A partire dal caso del rigore: ieri lo ha battuto Mandragora ma era pronto Kean che non ha esultato, anche se il primo rigorista della squadra è Gudmundsson.

''Ma non se l'è sentita'' ha spiegato Vanoli salvo essere smentito oggi dal giocatore islandese rispondendo via social a un tifoso: ''Non ho mai e non rifiuterò mai di calciare un rigore, li ho sempre tirati per il club senza problemi. Ieri un altro giocatore ha preso la palla e io non sono quel tipo di persona che litiga con il compagno di squadra davanti allo stadio pieno''. In un colpo nel mirino di Gudmundsson sono finiti, oltre al tecnico, anche lo stesso Mandragora e Kean. E sempre ieri Ranieri, che è il capitano (assai discusso) di questa Fiorentina, quando è stato sostituito ha ignorato Vanoli, passandogli davanti senza dargli la mano o un saluto. Episodi stigmatizzati da Goretti che gettano ulteriore benzina su un ambiente già incandescente, a cui vanno aggiunte le vergognose minacce arrivate via social ai giocatori e alle loro mogli (coinvolgendo pure i figli), fra queste la consorte di Dodo che ieri sera ha denunciato tutto sul proprio profilo Instagram.

La società viola tramite una nota, oltre ad esprimere piena solidarietà e totale condanna di quanto avvenuto ("Non ci sarà mai spazio nel nostro club per intimidazioni, odio o violenza, il nostro impegno a protezione dei nostri giocatori e delle loro famiglie rimane assoluto"), ha fatto sapere di "essersi messo subito in contatto con le autorità competenti perché siano garantite e adottate tutte le misure necessarie a tutela della sicurezza e della serenità dei nostri tesserati, dei loro cari e delle famiglie coinvolte". Già stamani intanto la squadra si è ritrovata al Viola Park per preparare l'impegno di giovedì di Conference League contro la Dinamo Kiev, cui seguirà sempre al Franchi lo scontro diretto domenica con il Verona che proprio ieri ha centrato il primo successo in campionato, contro l'Atalanta, lasciando i viola ultimi da soli.

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