La riforma dell'edilizia approvata ieri dal consiglio dei ministri prende la forma di un ddl delega che dà al governo 12 mesi di tempo per la revisione del Testo unico sull'edilizia. L'obiettivo è semplificare, digitalizzare, evitare duplicazioni e dare certezza e regole comuni al settore su tutto il territorio nazionale, evitando interpretazioni e attuazioni diverse tra le varie zone del Paese. Ecco alcuni dei punti saldi del disegno di legge.
SANATORIE PIU' VELOCI PER GLI ABUSI STORICI - Per la regolarizzazione degli abusi realizzati prima dell'entrata in vigore della legge cosiddetta legge ponte del 1967 sono previste procedure semplificate e agevolate, a condizione di realizzare "gli interventi essenziali di messa in sicurezza dell'immobile o di adeguamento del medesimo alle inderogabili norme tecniche di costruzione".
SILENZIO-ASSENSO PIU' AMPIO - Per ridurre i termini previsti per il rilascio o la formazione dei titoli edilizi e contrastare "l'immobilismo burocratico", si porrà "rinnovata enfasi sul meccanismo del silenzio-assenso o del silenzio-devolutivo in caso di inerzia dell'amministrazione competente".
RICORSO AI POTERI SOSTITUTIVI - Per assicurare la certezza dei tempi dei procedimenti, si dovranno definire meccanismi procedurali che assicurino il rispetto di "termini perentori, eventualmente prevedendo poteri sostitutivi o soluzioni per superare i blocchi derivanti da ritardi o disaccordi tra amministrazioni coinvolte".
ARRIVA IL PUNTO UNICO DI ACCESSO - Per facilitare la vita ai cittadini viene previsto "un unico punto di accesso per tutte le domande, le dichiarazioni, le segnalazioni, le comunicazioni, le vicende amministrative riguardanti il titolo abilitativo e l'intervento edilizio".
LIMITE ALLE RICHIESTE DELLA P.A - Il ddl stabilisce "il diritto di tutti gli interessati di non essere destinatari di richieste di documenti, informazioni e dati già in possesso della pubblica amministrazione ai fini del rilascio dei titoli edilizi".
NORME UNIFORMI A LIVELLO NAZIONALE CON I LEP - A livello statale saranno determinati alcuni livelli essenziali delle prestazioni in modo da superare le differenze regionali. Saranno quindi stabili standard tecnici "inderogabili" di sicurezza, igiene, salubrità e risparmio energetico degli edifici e degli impianti; requisiti altrettanto "inderogabili" relativi alle forme di vigilanza sull'attività urbanistico ed edilizia; tipologie standard di violazioni edilizie e degli scostamenti dalle misure progettuali.
STOP ALLA DOPPIA DIFFORMITÀ - Dovrà essere definita, a livello nazionale, "una comune classificazione delle tipologie di difformità dal titolo abilitativo edilizio, includendo in questa rivisitazione anche la disciplina delle tolleranze edilizie". L'obiettivo, anche in questo caso, è superare le differenze tra Regione e Regione. Sarà anche confermato il superamento della doppia conformità.
RIORDINO DEI TITOLI ABILITATIVI - La delega prevede la razionalizzazione dei titoli autorizzativi, cioè delle varie forme di Cila e Scia. Verrà anche stabilito con chiarezza quando si potrà procedere in regime di edilizia libera, senza necessità di autorizzazione.
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