Milano, il piccolo derby è dell'Inter: a Breda un doppio La Gumina stende l'Alcione

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Decisivo l'ex Samp con la seconda doppietta della sua stagione. Nella squadra di Vecchi bene Cocchi e Lavelli, nell'Alcione in gol Marconi, classe '89 che nel 2008 esordiva in A contro la Juve di Del Piero

Andrea Barilaro

17 ottobre - 23:00 - MILANO

Milan-Inter, o Inter-Milan. Il derby di Milano. Esiste dal 1909, poi è arrivato l’Alcione e fermi tutti: per la prima volta nella storia, la classica della Madonnina non ha visto di fronte milanisti e interisti. Da qui Alcione-Inter U23, decima giornata di Serie C, la terza squadra di Milano contro i giovani nerazzurri. Per la cronaca, ha vinto l’Inter 2-1, doppietta nel primo tempo di Antonino La Gumina e gol nel finale di Michele Marconi. Seppur in modo diverso, due vecchie conoscenze della Serie A. Il tutto in un Breda vicino come non mai al tutto esaurito: più di mille gli spettatori a Sesto San Giovanni, record assoluto da quando l’Alcione è in C.

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Ha deciso Antonino La Gumina, 29 anni, una quarantina di partite in A e più di 150 in B. Seconda doppietta stagionale dopo quella alla Pro Patria: prima ha reso giustizia a un bell’assist di Kamate, poi ha trasformato senza indugi un calcio di rigore. Insieme a capitan Prestia e Fiordilino, l’ex Samp è stato uno tre “over” che hanno formato l’ossatura centrale. Chiare le intenzioni di Stefano Vecchi: esperienza al centro, freschezza sulle corsie. Quella mancina è stata terra di conquiste di Matteo Cocchi, 2007, piede educato e già una presenza in Champions contro il Feyenoord. Ha spinto, disegnato traiettorie velenose (chiedere a Prestia e Lavelli, entrambi vicini al gol in avvio) e costretto Scuderi agli straordinari. L’ultimo, scuola Fiorentina, ha un rapporto con l’Inter non proprio idilliaco: a maggio ha perso la finale scudetto Primavera, oggi ha faticato in contenimento e lì davanti non si è visto mai. Si rifarà. Oltre a Cocchi, l’altra notizia positiva per Vecchi è arrivata da Matteo Lavelli, per tutti “Pocho”, lanciato da Chivu settimana scorsa a Bengasi contro l’Atletico Madrid. Per la prima volta titolare in C, ha tenuto botta con personalità, si è guadagnato un rigore e ha fatto vedere qualche sponda alla Pio Esposito. Promosso. Un po’ meno bene la difesa, almeno in occasione del gol di Marconi che ha riaperto nell’ultimo quarto d’ora. Nel finale si sono visti anche Agbonifo, Venturini, David e Topalovic. Lui, sloveno, mezzala che gioca con la “9”, in pochi minuti ha spiegato perché The Guardian l’ha inserito tra i 60 talenti più promettenti al mondo: contrasti da veterano, qualche pallone smistato come sa e un destro (fuori di un niente) che avrebbe potuto regalare a Vecchi un finale più sereno.

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Se la partita è rimasta in bilico è anche merito di Michele Marconi, classe ’89, attaccante col vizio dei gol in rovesciata: nel 2008 esordiva in A contro la Juventus di Del Piero, dallo scorsa estate sta vivendo la sua seconda giovinezza all’ombra della Madonnina. Nella stagione d’esordio in orange 5 gol, ora si è sbloccato e promette di non fermarsi. Oltre a Marconi, altre due notizie positive anche per l’Alcione. Numero uno, la prestazione. L’avvio ha promesso scintille, poi il calo nel finale del primo tempo è di fatto costato il terzo stop stagionale. Quindi la reazione nella ripresa, chiusa con il muso in avanti e non senza rimpianti: se solo qualche mezza palla fosse girata meglio, chissà come sarebbe andata a finire. Numero due: il primo derby della storia sarà anche l’ultimo a Sesto San Giovanni, dalla scorsa stagione casa “temporanea” in attesa dello stadio di proprietà. Anche grazie all’ingresso in società del Gruppo Upz (30%) e Alberto Vigo (10%), la prossima stracittadina - verosimilmente - si giocherà all’Orange Stadium, previsto per i primi mesi del 2026 a Settimo Milanese, una decina di minuti d’auto dalla storica sede di via Olivieri. Senza dimenticare l’obiettivo a medio-lungo termine, cioè la Serie B. “Vogliamo consolidarci in categoria, poi salire” ripete da un annetto abbondante il presidente Giulio Gallazzi. E c’è da credergli.

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