Mattarella: 'Con il referendum del 2 giugno 1946 si scelse la democrazia'

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Oggi si celebra un'Italia che scelse la democrazia, con un referendum molto partecipato, dopo essersi riguadagnata la stima del mondo attraverso la guerra di Liberazione, attraverso la Resistenza. Quel 2 giugno del 1946 gli italiani presero la strada della democrazia, della libertà e della pace. Sergio Mattarella ha chiuso le celebrazioni del 2 giugno cercando di mantenere viva la memoria di quanto avvenne in quei giorni che simbolicamente si snodano dal 25 aprile al 2 giugno.

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Altrettanto simbolicamente l'evento che ha chiuso la giornata è stato il meno istituzionale dopo il ricevimento del primo giugno e la parata militare del 2: il Quirinale si è riaperto ancora ma questa volta ai cittadini, alle fasce più deboli che hanno invaso i prati dei giardini per stringere la mano del presidente. La giornata si era aperta con un messaggio attraverso il quale Mattarella ha voluto ricordare cosa c'è effettivamente dietro a quello storico referendum che archiviò la monarchia e aprì la strada alla repubblica. "Settantanove anni or sono, il popolo italiano decretava, con il suo voto, la nascita della Repubblica, al culmine di un lungo percorso iniziato con la guerra di Liberazione. Con il referendum del 2 giugno 1946, gli italiani - ha scritto Mattarella - scelsero di proseguire in un cammino verso la affermazione di valori di libertà, democrazia e pace, trasfusi nella Costituzione che di lì a poco avrebbe visto la luce. Valori sui quali si fonda la nostra comunità civile e ai quali si rivolgono tutte le istituzioni chiamate ad operare in favore della collettività".

Si muove su corde diverse invece il messaggio della premier che si concentra piuttosto nello stimolare l'orgoglio patrio: "il 2 giugno celebriamo la nascita della nostra Repubblica. Un giorno che ci ricorda chi siamo: un popolo fiero, capace di rialzarsi dopo le prove più dure, tenendo saldi i valori della libertà, dell'unità e dell'identità nazionale. Celebrare l'Italia oggi significa - ha scritto sui social - onorare chi ha dato la vita per difenderla, e chi ogni giorno la serve con coraggio, dedizione e silenzioso orgoglio. Essere italiani vuol dire appartenere a qualcosa di grande, che va difeso, amato, trasmesso". La giornata del presidente e della premier si è però intrecciata, non solo sul palco della rivista militare ai Fori imperiali, ma anche sulle linee fondamentali della politica estera.

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Ricevendo al Quirinale il corpo diplomatico accreditato in Italia, il presidente aveva affrontato di petto uno dei temi più caldi del dibattito politico, il massacro che si sta consumando a Gaza. "S'impone subito il cessate il fuoco a Gaza. E' disumano che venga ridotta alla fame un'intera popolazione, dai bambini agli anziani: l'esercito israeliano renda accessibili i territori della Striscia all'azione degli organismi internazionali, i palestinesi hanno diritto al loro focolare", aveva detto in estrema sintesi. Parole chiarissime, pronunciate davanti alla premier e al ministro degli Esteri Antonio Tajani, che avevano scosso il mondo della politica. Il giorno dopo la versione della premier che si schiera senza se e senza ma con il Colle: "le parole del presidente su Gaza sono state importanti e sono in linea con quello che ha già detto il governo. Ringrazio il presidente della Repubblica e sono d'accordo con lui". Giorgia Meloni avrà un importante bilaterale con Emmanuel Macron e questa sintonia Colle-Chigi non potrà che facilitare il dialogo italo-francese.

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