Lo spagnolo della Ducati: "Sono andato giù perché ho tagliato troppo il cordolo". E sulla scelta in partenza: "Ho pensato che almeno dieci piloti mi avrebbero seguito"
Così abituato a finire sul gradino più alto del podio, cinque volte nelle prime cinque occasioni stagionali tra le prime tre sprint e i primi due GP, che alla sesta volta, quando proprio non ce la poteva fare, è tornato ai box prima e si è ritirato. Marc Marquez lascia la copertina di Austin a Pecco Bagnaia e il primo posto in classifica piloti, per un punto, al fratello Alex. Ma anche senza il lieto fine della domenica resta lui, nel bene e nel male, il catalizzatore del weekend texano della MotoGP, dal caos sulla griglia di partenza prima del via fino all'epilogo, il ritiro al 14° giro.
Ritiro anche per ragioni di incolumità, dopo che nella caduta del 9° giro, scivolato sul cordolo al serpentone quando era comodamente in testa, ha perso anche la pedana su cui appoggiare il piede, senza cui è diventato impossibile stare in pista in maniera competitiva, o comunque abbastanza competitiva da provare la rimonta dalla 19ª posizione in cui era scivolato. "La vita è così, ieri dopo la Sprint non ero super Marc e oggi è stato un disastro ma sono contento, il livello competitivo era quello giusto, ero forte - ha detto lo spagnolo della Ducati ufficiale al microfono Sky, sapendo di poter recriminare solo con se stesso -. E so perché sono caduto: ho tagliato troppo il cordolo. Il lato positivo è che anche dopo questa caduta sono a -1 dal leader e questo mi dà continuità".
in partenza
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Non sono quelli che interessano a lui, ma Marc Marquez si era preso tutti i riflettori già sulla griglia di partenza, con quella fuga repentina ai box a tre minuti dal via per cambiare moto, una mossa in cui l'hanno poi seguito tutti. Niente di improvvisato, tutto preparato, fa capire lo spagnolo: "Avevo le idee chiare, sapevo quali erano le opzioni. Quando mancavano sette minuti ho chiesto a Rigamonti (l'ingegnere di pista, ndr) se l'altra moto era pronta, decidendo che quando sarebbero mancati due minuti sarei andato via, perché avevamo sbagliato a mettere le gomme rain, mentre 3-4 avevano già le slick. Ho pensato che almeno dieci piloti mi avrebbero seguito per avere la partenza ritardata ed è stato così, se non fosse successo sarei partito dall'ultimo posto ma avremmo comunque perso meno tempo che a dover fare più tardi il cambio di moto".
E su quella scelta delle rain spiega: "Non volevo rischiare, sapevo che le avrebbero scelte tutti, e a rischiare poteva finita come nella Moto2, e quando Quartararo è caduto mi sono convinto che era meglio andare sul sicuro. Poi mi sono giocato il jolly di tirar fuori la seconda strategia e infatti era andato tutto bene". Fino alla caduta: "Chiedo scusa al team, oggi ho sbagliato io".