Madre del paleolitico di Ostuni, il feto era un maschio

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Era di sesso maschile il feto di una donna in gravidanza del paleolitico (di circa 28mila anni fa) i cui resti furono ritrovati il 21 ottobre del 1994 nella grotta di santuario di Santa Maria di Agnano a Ostuni, in provincia di Brindisi. La scoperta del 1994 fu fatta dal docente universitario e direttore scientifico del museo di Ostuni, Donato Coppola. Scientificamente fu assegnato alla donna che aveva circa 20 anni quando morì (è stata ritenuta la 'madre più antica del mondo') il nome di 'Ostuni 1'. Lo stesso Coppola ha annunciato i risultati dell'ulteriore ricerca sul Dna del feto svolta in collaborazione con l'Istituto di Antropologia della Sapienza di Roma ed altri centri internazionali.
    "Questa scoperta - spiega all'ANSA Coppola - ha un valore mondiale per quanto riguarda il Dna. Sembra che sia tra i migliori Dna conservati al mondo d'individui paleolitici". I resti della donna e del feto sono conservati in una teca nel museo di Ostuni.
    "La scoperta eccezionale nel suo genere è l'esito di una ricerca che non è mai finita in ordine a 'Ostuni I', alla donna di 28 mila anni fa, al suo feto e al contesto in cui è vissuta.
    Non si trattava - sottolinea il presidente del museo di Ostuni Giuseppe Abbracciavento - soltanto di colmare un vuoto di conoscenza in ordine alla donna, ma soprattutto di iniziare con questa scoperta un nuovo percorso di ricerca, una nuova traiettoria finalizzata al sequenziamento del Dna, visto che la comunità scientifica è concorde nel ritenere che si tratta di uno dei più rilevanti e più importanti al mondo". "C'è di che essere fieri sicuramente di questa scoperta e del fatto che la comunità di Ostuni, attraverso l'istituzione Museo, detiene un patrimonio così importante che si sforza di conservare, valorizzare e rendere fruibile, per proiettare la 'donna di Ostuni' - conclude - verso nuovi scenari di conoscenza".
   

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