Le mani sul volto, la tensione, l'abbraccio a Jannik: la finale di mamma Siglinde... senza mai uscire

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La mamma di Sinner stavolta ce l'ha fatta: non ha mai lasciato gli spalti nel vedere il suo Jannik vincere Wimbledon e scrivere la storia del tennis italiano

Lorenzo Topello

13 luglio - 22:11 - MILANO

“La Spagna ha il suo re, per l’Italia c’è mamma Siglinde”. Sui social è un plebiscito per la donna più inquadrata dell’intera finale assieme alla principessa Kate: la madre di Sinner è un concentrato di emozioni, un insieme di sussulti, preoccupazione, commozione, gioia, incontrollata adrenalina. In ordine sparso. L’abbraccio con Jannik, alla fine del match che ha incoronato per la prima volta un italiano campione a Wimbledon, vale ben più di uno Slam.

sugli spalti

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A Roma, mentre il figlio era sotto nel punteggio contro Tommy Paul, Siglinde aveva abbandonato le tribune per ritrovare un po’ di calma. Stavolta ha scelto di rimanere sugli spalti, isolata rispetto al team e perfino al marito, durante l’intera sfida contro Alcaraz. Anche se pure a Londra Jannik è andato sotto: alla fine del primo set, particolarmente beffardo perché Sinner si era trovato sopra 4-2, la signora nasconde la preoccupazione attraverso gli occhiali da sole, ma lo sguardo è visibilmente teso. Il tennis per la madre di Jannik, è una faccenda complicata: “Non seguo mai le gare di Jannik tutte intere dal vivo, succede raramente” raccontava a Roma due mesi fa, “mentre mio marito Hanspeter non si fa problemi”. Palpabile, nel pomeriggio di Wimbledon, la paura di una beffa copia e incolla rispetto a quanto accaduto al Roland Garros.

niente parigi bis

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E invece Siglinde riprende colore col passare dei game. Sinner ha le spalle larghe, lei lo sa più di tutti: esulta per il break nel secondo set e rimane probabilmente sorpresa anche lei dal tappo di champagne che piomba vicino a Jannik poco prima di un servizio. Welcome to Wimbledon, è il messaggio subliminale. Per lei che non segue costantemente Jannik sui campi dal vivo, forse è una novità. Non per Hanspeter, lui presente nell’angolo del numero 1 al mondo e non particolarmente “provato” quando l’occhio delle telecamere lo pizzicano. Fra i signori Sinner e i signori Alcaraz, la palma di fan più accanito lo vince per distacco Siglinde, come un mese fa a Parigi quando, sui maledetti tre match point avuti a disposizione dal figlio, era rimasta paonazza in viso e con le mani davanti alla bocca per lunghissimi istanti.

il ventaglio e l'abbraccio

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Il caldo non lascia scampo neanche a Londra, Siglinde si difende col ventaglio come farebbe il figlio con un recupero da fondo campo. Il tempo di esultare ancora e ancora, prima di rendersi conto che sono in arrivo tre match point. Come a Parigi un mese fa. Stavolta mamma Sinner resta con la testa fra le mani: il sole della golden hour londinese la colora e le cerca gli occhi, celati sotto le provvidenziali lenti scure che custodiscono gelosamente lacrime di agitazione e inevitabile ansia. Il primo match point va a vuoto, il secondo è quello buono. Le telecamere, al momento della festa, regalano l’inquadratura da Libro Cuore: quella di Siglinde che, dopo tre ore di nervoso tifo, può abbandonare il ventaglio, e tenersi le mani libere per abbracciare il primo italiano campione a Wimbledon. Suo figlio.

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