LaMelo Ball, stella o marketing? Cosa c'è dietro a un talento bello e impossibile

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 LaMelo Ball #1 of the Charlotte Hornets reacts following a three point basket during the second half of game against the Phoenix Suns at Spectrum Center on January 07, 2025 in Charlotte, North Carolina. NOTE TO USER: User expressly acknowledges and agrees that, by downloading and or using this photograph, User is consenting to the terms and conditions of the Getty Images License Agreement.   Jared C. Tilton/Getty Images/AFP (Photo by Jared C. Tilton / GETTY IMAGES NORTH AMERICA / Getty Images via AFP)

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A Charlotte sembra più coinvolto nell'avere numeri da "vendere" che sul rendimento vero e proprio. Ma già dal 2020, quando fu scelto con la numero 3 al draft...

Riccardo Pratesi

31 marzo - 10:20 - MILANO

LaMelo Ball è un bluff? Non in assoluto, s’intende, ma in relazione alle aspettative, alla chiamata numero 3 del Draft 2020, quando era stato persino candidato forte per la chiamata numero 1, poi di Anthony Edwards. Quella di Ball è la dodicesima maglia Nba più venduta, per i dati Nba di fine gennaio 2025, addirittura davanti a Kevin Durant, eppure i risultati dei Charlotte Hornets sono stati disastrosi nelle sue cinque stagioni, sinora. Non hanno mai giocato i playoff. Lui accumula statistiche roboanti, esibisce numeri da highlights, ma è fragile, spesso indisponibile, e pare giocare più per se stesso che per vincere. Talento da playground. Solista. Prodotto di marketing più che campione, sinora. Tra l’altro ha già chiuso la stagione, infortunato una volta di più, costretto a due operazioni minori (?) a caviglia e polso destro. Saprà mai incidere sui risultati o rimarrà bello e impossibile, perfetto per far comprare merchandising ai ragazzini, ma da scansare per ogni General Manager che conti di instillare la cultura vincente nella propria franchigia? 

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