"È possibile" che ci sia una registrazione delle parole di Francesco Saverio Garofani, consigliere del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, riportate ieri da La Verità. Lo ha detto Massimo De Manzoni, condirettore del quotidiano diretto da Maurizio Belpietro, ospite di Un giorno da pecora, sui Rai Radio1, senza escludere che il giornale abbia tenuto dell'altro materiale per i prossimi giorni: "Top secret. Un po' di casino lo abbiamo fatto già, intanto stiamo sfruttando le reazioni".
Incalzato dal conduttore Giorgio Lauro su come siano state carpite le parole di Garofani, il giornalista ha spiegato che è avvenuto "in un ristorante" e che "c'era qualcuno di molto vicino a noi che ha sentito che parlava". Allo stesso tavolo? "Pretende troppo, le fonti vanno protette fino in fondo", ha replicato De Manzoni, confermando che al tavolo c'erano politici, funzionari di Stato e "sportivi professionisti".
"Intanto diciamo che Garofani ha fatto un'intervista al Corriere della sera e ha confermato tutto quello che abbiamo scritto". Ha detto, è stato osservato, che erano "chiacchiere da bar". "Sì ma non ha detto che hanno sbagliato a riferire chiacchiere da bar", ha notato il condirettore de La Verità, spiegando che "per quello che mi consta" la notizia "è arrivata ed è stata pubblicata, ma la cosa è arrivata direttamente a Belpietro, non sono stato neanche lì a chiedergli" da quanto tempo l'aveva: ma è "una balla" che si sia atteso il Consiglio supremo di difesa di lunedì. La firma dell'articolo, Ignazio Mangrano, "è un nom de plume", uno pseudonimo, ha chiarito il giornalista, "anche quello per coprire le fonti". Il titolo di prima pagina era "Il piano del Quirinale per fermare la Meloni".
"Beh, intanto i titoli sono una semplificazione - ha commentato De Manzoni -. Dopodiché Garofani non lavora in pizzeria, ma al Quirinale. La conferma è stata il comunicato di ieri del Quirinale, se lo si legge si capisce che è il Quirinale che reagisce. Non è neanche Mattarella in sé, è l'apparato che sta intorno a Mattarella. È talmente evidente che quel comunicato è un autogol pazzesco, nel momento in cui veniva fatto quel comunicato Garofani ammetteva che è tutto vero".
Quindi, gli è stato domandato, il Quirinale stava pensando come organizzare una lista per fermare Meloni nel 2027? "Non 'stava'. Sta. Non posso affermare con certezza che sia la linea del Quirinale, ma molti indizi portano da quella parte e uno degli indizi è il comunicato del Quirinale. È una roba che parla da sola", ha affermato il condirettore de La Verità, glissando su quanto riportato dal Giornale, secondo cui il testo delle frasi pubblicate da La Verità sono arrivate anche alla loro redazione inviate da un tale Mario Rossi: "Si assumono la responsabilità di quello che dicono. Pensa che avremmo fatto tutto questo sulla base di una lettera anonima? E se fosse vero, come mai il Giornale non c'è andato dietro?". "Assolutamente", ha garantito De Manzoni, conosciamo la fonte, "non è un Mario Rossi. Temo ci sia un po' di invidia in quel pezzetto del Giornale".
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