I ragazzi prendano nota: la normalità, come quella di Antonelli, non è una zavorra da gettare per salire in alto; e la serenità, come quella con cui Polonara ha accettato la nuova bastardata del Fato, è un’alta forma di rispetto e di amore per la vita
Ieri Andrea Kimi Antonelli ha sostenuto la prima prova di Maturità, come oltre 500 mila studenti italiani. Tra le tracce proposte, ha scelto quella sul “rispetto”. Tema che ha vissuto, prima di scriverlo. ”Rispetto” per il dovere scolastico. A pochi giorni dal primo podio in Formula 1, terzo nella storia per precocità, Kimi si è presentato in t-shirt e zainetto all’Istituto Salvemini di Casalecchio per la Maturità. Come tutti. Per convinzione, non per il pezzo di carta. Kimi porta i libri ai GP, studia, ha buoni voti. Non è la regola tra i baby campioni. Kimi ha “rispettato” la sua età.
Alla vigilia, ha studiato con i compagni, ha celebrato il rito della canzone di Venditti, festeggerà con gli amici a Riccione, non su uno yacht da piloti a Montecarlo. I ragazzi prendano nota: la normalità non è una zavorra da gettare per salire in alto; non serve essere strani per sembrare fenomeni. Basta il talento, come dimostra il 18enne più veloce del mondo. Kimi, bolognese, tifa la Virtus di Achille Polonara, che ha affrontato esami dall’esito terribile: leucemia. Ha già sconfitto un tumore, riprende la lotta che, in campo, è il suo pane. Ha un nome da eroe, anche se in questi casi la parola suona a sproposito. Ha saltato la battaglia-scudetto. I Patroclo della Virtus, amici veri, gli hanno portato in ospedale il trofeo vinto. Anche la serenità impressionante con cui Polonara ha accettato la nuova bastardata del Fato e con cui si espone sui social, con cui trasmette forza alla famiglia e a tutti, è un’alta forma di rispetto e di amore per la vita. Anche qui, ragazzi, c’è da imparare.