In piena estate e con l'Italia che brulica di turisti, c'è un fronte bipartisan di sindaci che insorge contro borseggiatori e ladri e chiede al governo modifiche alla riforma Cartabia che esclude la procedibilità d'ufficio per questi reati. Se a supportarli è anche il Movimento Cinque Stelle, nell'Esecutivo al momento gli unici a rispondere all'appello dei territori sono gli esponenti della Lega con i sottosegretari di Interno e Giustizia, Molteni e Ostellari, che annunciano di essere già al lavoro per adeguati correttivi in un nuovo decreto sicurezza.
Quello del Carroccio appare come un consapevole passo indietro per rispondere alle esigenze di alcuni sindaci, visto che tre anni fa il partito votò in Parlamento il provvedimento della guardasigilli dell'epoca.
Non è l'unica novità all'orizzonte sul fronte Giustizia: il ministro Carlo Nordio ha anche messo in piedi una task force contro il sovraffollamento delle carceri, per individuare l'assegnazione di misure alternative per oltre diecimila detenuti che potrebbero usufruirne. Intanto i territori si scaldano in vista dell'incontro delle prossime ore tra l'Associazione nazionale dei Comuni e il ministero dell'Interno, che avrà come tema la sicurezza urbana.
Il primo ad invocare correttivi urgenti alla Cartabia è il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, di centrodestra (eletto con Coraggio Italia): "Non possiamo rassegnarci alla normalizzazione di reati che danneggiano quotidianamente la vita delle persone e l'immagine della città. Le difficoltà partono da quella riforma che, pur animata da principi condivisibili, ha modificato la procedibilità per taluni reati, comportando una sostanziale impunità per gli autori seriali di quelli 'minori' procedibili solo a querela, come per i furti con destrezza: una trafila che, tra denuncia e iter giudiziario, non viene mai seguita dai turisti stranieri, prime vittime dei borseggi".
Pieno appoggio a Brugnaro arriva dal sindaco di Ancona, Daniele Silvetti, anche lui di centrodestra: "Oggi i borseggiatori riescono a farla franca: le persone che assistono al furto, infatti, non possono denunciare il delitto al posto della vittima la quale, quindi, non potendo contare sull'aiuto di nessuno, si trova di fatto isolata. La situazione - sottolinea Silvetti - diventa paradossale, se pensiamo, che il poliziotto che vede una scena di borseggio non può intervenire se non lo chiede la vittima che deve infatti sporgere querela. Senza la querela sporta nell'immediatezza, la polizia non può neanche procedere all'arresto in flagranza di reato. Quindi il poliziotto che vede il ladro scappare non può fermarlo".
Ma a parlare di "riforma normativa discutibile" è anche il sindaco di Catanzaro, Nicola Fiorita, di centrosinistra. Lo stesso leader del del Movimento Cinque Stelle, Giuseppe Conte, rinnova la proposta al governo e alla maggioranza in Parlamento: "Se davvero si vogliono occupare di sicurezza e non per slogan, esaminiamo e votiamo le proposte di legge M5s per ripristinare la possibilità per forze dell'ordine e magistratura di procedere d'ufficio contro il furto aggravato e altri reati odiosi che rendono un inferno la vita delle persone ogni giorno. Non giriamoci dall'altra parte".
Pronta la risposta di Nicola Molteni e Andrea Ostellari, rispettivamente sottosegretari all'Interno e alla Giustizia, in quota Carroccio: "La Lega è al lavoro per introdurre norme in grado di prevenire e reprimere ogni genere di fenomeno criminale. Il decreto sicurezza, varato dal governo, è stato solo il primo passo. Ne seguiranno altri. Dalla tutela processuale per chi si difende e difende le persone perbene, alla proposta della Lega sulla procedibilità d'ufficio per i reati più odiosi, come il furto con destrezza".
Su un binario parallelo il ministero della Giustizia ha istruito una task force ed ha già attivato interlocuzioni con la magistratura di sorveglianza e con i singoli istituti penitenziari per favorire la definizione delle posizioni di 10.105 detenuti cosiddetti definitivi, potenzialmente fruitori di misure alternative alla detenzione in carcere: sono quelli con pena residua sotto i 24 mesi, per reati diversi da quelli ostativi - di cui all'articolo 4 bis della Legge di ordinamento penitenziario - e che negli ultimi dodici mesi non hanno riportato sanzioni disciplinari gravi. I risultati della ricognizione arriveranno entro settembre.
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